Caso Balzerani, la Professoressa di Filosofia dell'Università La Sapienza, Di Cesare, persevera nell'errore
Invece di chiedere scusa per l'assurdità scritta su X, in barba alle vittime delle Brigate Rosse, Donatella Di Cesare torna in aula, ma il Rettore de La Sapienza non ci sta, merito anche del nostro appello
Neanche il tempo di rientrare in aula per le lezioni di rito, che la "simpatizzante della rivoluzione brigatista", Donatella Di Cesare, è stata giustamente braccata dai cronisti, alcuni dei quali si sarebbero infiltrati in una sua lezione sul Concetto di Storia di Walter Benjamin.
Incredula di fronte questo assedio mediatico, avrebbe rivendicato il suo sacrosanto diritto alla libertà di insegnamento, invocando a gran voce l'autonomia dell'Università.
Parole giuste le sue, se solo non avesse scritto ciò che ha scritto, ovvero un elogio nostalgico alla Brigate Rosse, parole che ha cercato di sminuire definendole "affermazioni di compassione umana rispetto a una persona che scompare".
Forse, nel suo personalissimo iperuranio, esprimere nostalgia per la "compagna" e terrorista venuta a mancare, con tanto di lacrimuccia per la rivoluzione mancata, è un atto di compassione umana, peccato che nella realtà materiale in cui vive non sia così.
Allora ci compiace sapere che il nostro appello sia stato accolto dal Rettore de La Sapienza, Dottoressa Antonella Polimeni. L'Ateneo ha infatti avviato un iter di valutazione sulla docente, informando il Ministro dell'Universita, Anna Maria Bernini, la quale sembra che consideri incompatibili le parole della Di Cesare con l'insegnamento.
Vedremo come andrà a finire, sicuramente seguiremo la vicenda da vicino.
Di Aldo Luigi Mancusi