Salvini e Piantedosi contestati duramente a Genova da studenti e portuali. Si è rotto l'incantesimo populista?
In occasione della visita per l'innaugurazione del tunnel subportuale, il Ministro dei Trasporti e degli Interni non hanno trovato l'accoglienza che speravano
Mettiamola così, ci sono notizie che per mille ragioni passano in sordina, o almeno non finiscono nel setaccio della cronaca, specialmente di quella stampa che non vuole o non può analizzare un fatto che potrebbe risultare fastidioso a chi governa.
Visto che qui facciamo il nostro lavoro, potevamo non commentare quanto accaduto a Genova?
I fatti. Salvini e Piantedosi, gaudenti e a braccetto, hanno raggiunto Genova, probabilmente convinti di essere accolti in pompa magna per l'innaugurazione del tunnel subportuale, un altro trionfo del centrodestra di cui vantarsi in Abruzzo per le regionali. Sì, perché non avendo fatto alcunché per gli abruzzessi, i signori della maggioranza si stanno giocando la qualunque in campagna elettorale.
Purtroppo per loro, i nostri non sono stati ricevuti come avrebbero voluto, ma hanno trovato studenti e lavoratori uniti in una protesta pacifica ma forte nei toni. Diciamo che, come da copione in certi casi, le urla e i fischi li hanno metaforicamente messi a tacere.
I due Ministri, incuranti, hanno fatto il loro, rilasciato velocemente le dichiarazioni di rito e sono tornati a Roma.
Allora ci si chiede perché questa accoglienza, visto che si trattava dell'innaugurazione di un'opera strategica tanto per Genova quanto per il Paese?
Semplice, i fatti di Pisa e Firenze hanno definitivamente spezzato l'equilibrio precario tra questo Governo e gli italiani. Se fino a un minuto prima dei pestaggi contro i nostri figli, il Paese riusciva a tollerare finanche le prepotenze su rotaie di Lollobrigida, oggi i cittadini hanno aperto gli occhi, proprio perché con quegli atti di violenza i vari Salvini e Meloni hanno mostrato il loro vero volto.
Tutto a un tratto, gli italiani si stanno accorgendo di quanto questo Esecutivo sia debole, chiacchierone e poco credibile, con la Meloni che permette a Biden di baciarla sulla testa come una serva devota, i 5 miliardi di euro tolti al Sistema Sanitario Nazionale per mandare le armi a Kiev, l'assenza di quel famoso orgoglio nazionale nei confronti dell'Europa, gli aumenti dei costi dell'energia, la totale inadeguatezza nel prendere posizione di fronte il genocidio di Gaza, e non ultima, l'elenco sarebbe lungo, la violenza repressiva applicata contro ogni forma di protesta.
La morale della favola è che i voti non nascono sugli alberi, ma si coltiva il favore degli elettori. Lor signori hanno dimenticato, accecati forse dai luccichii della stanza dei bottoni, che non siamo in una dittatura, ma in una democrazia, e in questo sistema si conserva il potere "utilizzandolo" per il bene pubblico, non "abusandone".
Di Aldo Luigi Mancusi