Truffa bonus facciate a Roma, avevano creato falsi crediti per 80 milioni di euro: arrestati 9 imprenditori
Mega truffa sul bonus facciate e nove arresti nella capitale. Maturati crediti milionari per lavori mai eseguiti. Un sistema perfetto che da Roma arrivava al Friuli Venezia Giulia, Toscana, Calabria e Lombardia
Nuova truffa sul bonus facciate, stavolta a Roma dove ad esser stati incastrati sono stati 9 imprenditori. Il gruppo, capitanato da un insospettabile commercialista romano, per mesi ha simulato interventi di ristrutturazione che non sono mai stati eseguiti. Ed ha creato falsi crediti d'imposta per bonus facciate per circa 80 milioni di euro. Di questa ingente cifra 7,5 sono stati ceduti a un ente creditizio e 19 milioni presenti nei cassetti fiscali di sette società, poi sequestrati dai militari. I nove sono stati arrestati dopo il mandato della Procura e l'intervento della Guardia di Finanza.
Truffa bonus facciate a Roma, avevano creato falsi crediti per 80 milioni di euro
Mega truffa sul bonus facciate e nove arresti nella capitale. Maturati crediti milionari per lavori mai eseguiti. Un sistema perfetto che da Roma arrivava al Friuli Venezia Giulia, Toscana, Calabria e Lombardia. L'inchiesta nasce per una cifra monstre di un milione 400 mila euro ceduti a una delle imprese finite poi sotto l'occhio del ciclone. Si trattava di un’operazione su un comparto immobiliare di Venezia di proprietà di una signora che poi ascoltata dai militari ha detto di non aver mai usufruito del Bonus facciate. E così effettivamente era visto che nonostante la documentazione parlasse di lavori eseguiti alla fine del 2021, i finanziari visionando l’indirizzo sul portale “Street view di Google, aggiornato al 2022, hanno potuto acclarare come non sia stata fatto nessun intervento.
Per il gruppo le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio.
Il gip: "Spiccata capacità delinquenziale priva di remore o freni inibitori"
Come scrive il gip nel provvedimento d'arresto, i nove presentavano "una spiccata capacità delinquenziale priva di remore o di freni inibitori". Azioni illecite "curate nei minimi particolari anche in relazione all’individuazione dei prestanome e dei ruoli assunti dai singoli partecipanti alle azioni delittuose con particolare conoscenza di ogni questione di natura finanziaria per far apparire la regolarità formale delle operazioni poste in essere, dietro le quali si celavano invece crediti di imposta fittizi per operazioni inesistenti".
"Gli indagati hanno poi reclutato soggetti in difficoltà economica da indicare come amministratori formali per poi creare falsi crediti d’imposta - aggiunge ancora il gip - da far circolare attraverso vendite fittizie, fino alla cessione a Poste italiane, per trasformarli in denaro». La base “logistica” era lo studio del commercialista romano: qui il gruppo si incontrava sistematicamente, hanno ricostruito i finanzieri, per organizzare e pianificare gli illeciti. Che appunto non riguardavano solo immobili mai ristrutturati a Roma ma anche, per l’appunto, a Venezia e in altre città italiane. Per le operazioni che il gruppo non riusciva a monetizzare, hanno ricostruito gli inquirenti, il credito veniva ceduto a società terze per non pagare le imposte. A seguito delle misure cautelari sono scattati anche i sequestri preventivi, finalizzati alla confisca dell’intero patrimonio aziendale di venti società e sono stati sequestrati a uno degli indagati anche degli orologi Rolex - modello Gmt Master e Daytona - acquistati presumibilmente con i proventi illeciti considerata la sproporzione fra il costo degli stessi e le condizioni economiche dell’uomo.