Romina Marceca, giornalista di Repubblica condannata per diffamazione: definì 'no-vax' giudice che reintegrò infermiera senza vaccino Covid
Storica sentenza del tribunale di Perugia. La giornalista si era servita del termine 'no-vax' come dispregiativo nei confronti del giudice Cruciani
Romina Marceca, la giornalista di Repubblica è stata condannata dal tribunale di Perugia per diffamazione aggravata. Definì in un suo articolo il giudice Giulio Cruciani un 'no-vax', dopo che quest'ultimo aveva reintegrato al lavoro un'infermiera senza vaccino Covid. L'articolo col titolo "L’infermiera senza vaccino reintegrata dal giudice No-Vax: il tribunale di Velletri diviso tra tensione e omertà" è costato caro alla giornalista. All'interno, diversi i passaggi discutibili, che riportiamo: "Nei corridoi del tribunale non si parla d’altro anche perché si sa che nella sezione c’è un unico giudice No Vax. Sarà Cruciani?", "Dentro la sezione del giudice del lavoro di Velletri… è scoppiata la bufera… i rumors si addensano sul giudice Cruciani". Si tratta di una sentenza di primo grado e le motivazioni della condanna devono ancora essere depositate.
Romina Marceca, giornalista di Repubblica condannata per diffamazione: definì 'no-vax' giudice che reintegrò infermiera senza vaccino Covid
La vicenda risale al dicembre 2021, quando il giudice del lavoro Cruciani aveva disposto il reintegro di un’infermiera non vaccinata. Una notizia che all'epoca veniva vista con scalpore, sopratutto dai media mainstream, intenzionati a mettere l'accento sulla questione. Diverse le testate nazionali che avevano ripreso la vicenda, compresa Repubblica.
Il giudice cosiddetto "no-vax" era diventato il bersaglio. Lo stesso giudice che che ha citato in giudizio la giornalista in base al reato di diffamazione aggravata. Il suo avvocato si è concentrato nel sottolineare come l’appellativo “no-vax” abbia assunto un’accezione pesantemente denigratoria. Ecco cosa ha detto: "Era stata proprio La Repubblica a delineare l’identikit del “no vax”, definendolo un soggetto ignorante, perché gli istruiti non seguirebbero le teorie antiscientifiche e le teorie del complotto. Il no vax sarebbe dunque un ignorante con licenza di scuola media inferiore, disoccupato cronico e con disagio abitativo. Questo è l’identikit del "no vax" fatto dallo stesso giornale su cui poi la giornalista ha scritto che quel giudice del tribunale del lavoro sarebbe un "no vax".
La sentenza apre una strada, e quelle sull'obbligo vaccinale non si contano nemmeno più
Insomma, la giornalista si era fatta carico dell'uso del termine per denigrare il suo giudice e così le sue scelte. Lo stesso Di Lorenzo ha ricordato come il quotidiano abbia pubblicato articoli dal titolo "Pigri, scettici, fatalisti o nemici dello Stato Chi sono i non vaccinati” e "L’identikit del No Vax: licenza di scuola media, disoccupato e con disagio abitativo" che mettevano in risalto proprio quello che la giornalista condannata andava a scrivere. A due anni di distanza arriva una prima vittoria per il giudice Cruciani. Ormai, assistere ad un giudice che "smonta" l'obbligo vaccinale o simili non è una novità. Sono decine e decine ormai i provvedimenti che vanno verso questa direzione. Quella riguardante la Mercega è forse la prima nel suo genere. Una sentenza, che come si suol dire, fa giurisprudenza.