Manifestazione a Milano pro Palestina. L'Italia sfida i manganelli e scende in piazza
I recenti episodi di violenza nelle piazze di Firenze e Pisa, hanno convinto anche gli indecisi a scendere in piazza a Milano per manifestare contro Israele e il genocidio palastinese
Oggi, sabato 24 febbraio, alle 14:30 in Piazzale Loreto a Milano, si sono riunite oltre 10.000 persone per manifestare pacificamente e all'unisono contro Israele e per la fine del genocidio palestinese.
In marcia fino a fino a Largo Cairoli, accompagnati dal brano di Sanremo firmato Ghali, quel "Casa Mia" che tanto ha preoccupato gli ebrei italiani, Ambasciata inclusa, i presenti hanno intonato tra i vari uno slogan che la dice tutta sul termometro politico "La vostra repressione non ci fa paura, faremo la lotta sempre più dura".
Quella che fino a pochi giorni fa si pensava sarebbe stata una piccola adunanza con poco più di un migliaio di persone, proprio per i fatti in Toscana si è trasformata in una manifestazione di massa, a dimostrazione che con il famoso bavaglio, imposto con l'uso della violenza, non riesce a ottenere l'effetto desiderato.
La polizia, come da copione, era presente in divisa antisommossa, ma non è intervenuta. Fose perché qualcuno al Governo ha capito che si è oltrepassato il limite della decenza?
Mentre gli organi della propaganda della Meloni, e non sono pochi, si stanno sperticando per giustificare in un modo qualsiasi le mattante di Firenze e Pisa, Milano sta regalando una lezione di stile e democrazia alla Shirley Temple di Palazzo Chigi.
Divertente poi che il corteo sia partito da Piazzale Loreto, luogo che tanti tristi ricordi porta al nostro Presidente del Consiglio e al parentame vario che ha sistemato qua e la nelle istituzioni, ma con tutto questo non si sono uditi slogan beceri da antifascismo dozzinale. In tal senso, i presenti si sono limitati a esporre le foto di Salvini e Meloni, come di altri leader internazionali, accusandoli di avere le mani sporche del sangue palestinese, senza nessun richiamo dal sapore "a testa in giù".
L'Italia con una coscienza, quella che non si ferma di fronte la violenza e le minacce, è viva.
Di Aldo Luigi Mancusi