Genova, campione di boxe thailandese morì in autostrada, dirigenti Aspi a processo per un guardrail sporgente

L'incidente era avvenuto la sera del 14 luglio 2019. Secondo la Procura la barriera non era stata montata a norma e questo ha causato il decesso del giovane

Tre persone accusate della morte di un ragazzo di vent’anni: due dirigenti di Autostrade per l’Italia (Aspi) e il titolare di una ditta. Quella che, materialmente, aveva realizzato il guardrail contro il quale si era schiantato in auto, quattro anni e mezzo fa, Mattia De Lorenzo. Il campione di boxe thailandese, che viveva con i genitori in via Vezzani, a Rivarolo, e che era rimasto vittima di un incidente sulla A7, tra i caselli di Bolzaneto e Genova Ovest, poco prima dello svincolo con l’A12.
La tesi della Procura è che la vettura, su cui viaggiavano De Lorenzo e tre amici e compagni di palestra, aveva centrato la barriera sporgente e non protetta, montata in maniera non sicura e non a norma. Tanto che, poco dopo, era stata modificata per evitare di lasciare scoperto quel tratto, giudicato pericoloso.
Il processo per la tragedia, avvenuta il 14 luglio del 2019, vede tra gli imputati Federico Zanzarsi, già responsabile di esercizio del Primo tronco di Autostrade, l’ufficio che ha la responsabilità di gestire la rete del nodo genovese. Lo stesso Zanzarsi è imputato nel processo per la strage del Ponte Morandi assieme ad altre 57 persone.
Dello schianto che è costato la vita a De Lorenzo deve rispondere pure Giuseppe Mirrione, all’epoca responsabile dell’ufficio manutenzioni dello stesso Primo tronco. Infine Fabrizio Scapulla, titolare dell’azienda di Busalla che, secondo gli accertamenti degli investigatori della polizia stradale - coordinati dal sostituto procuratore Marcello Maresca - aveva realizzato il guardrail al centro dell’inchiesta.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, quella sera De Lorenzo e i tre amici stavano tornando a casa dopo una serata trascorsa assieme. Tutti compagni di allenamento nella palestra Jai Suu Gym di Murta. Il ventenne era al volante di un’Alfa Romeo Giulietta. L’unico a essere uscito praticamente illeso dallo schianto era stato il passeggero sul sedile anteriore, 16 anni, che agli investigatori della Stradale aveva spiegato: «Non abbiamo bevuto né preso altro. Stavamo andando verso Genova Ovest perché Mattia voleva accompagnare a casa a Sampierdarena uno di noi, per non fargli prendere l’autobus».
A un tratto De Lorenzo aveva perso il controllo dell’auto, andando a sbattere contro la parte sporgente di un guardrail installato non da molto. L’urto era stato devastante e Mattia era morto sul colpo. Feriti gravemente un suo coetaneo e un giovane di 17 anni che erano seduti dietro. I tre sopravvissuti allo schianto erano stati trasferiti in pronto soccorso, mentre la Stradale aveva dato inizio alle verifiche.
L’ipotesi accusatoria si fonda proprio sulla presenza della protezione sporgente. Senza la quale, sostengono gli inquirenti, la vettura sarebbe scivolata lungo il muro retrostante. L’urto sarebbe stato comunque violento, ma non così tremendo da provocare tanti e tali danni.