Ilaria Salis, lettera dal carcere di Budapest virale: "Cimici nella cella, scarafaggi e topi", il web: "Non può scrivere così male un'insegnante"

"A settembre ho provato a iscrivermi alla scuola elementare per imparare un po' meglio l'ungherese, ma la mia richiesta è stata rigettata "perché non parlo ungherese"". Dal web: "Forse è meglio che prima impari l'italiano"

Ilaria Salis ha scritto una lettera per denunciare le condizioni in cui vive nel carcere di Budapest: "Oltre alla cimici, nelle celle e nei corridoi è pieno di scarafaggi. Invece nel corridoio esterno, appena fuori dall'edificio, da cui dobbiamo passare, si aggirano dei topi". Una lettera diventata suo malgrado virale.

Ilaria Salis, la lettera dal carcere di Budapest diventa virale: "Non può scrivere così un'insegnante"

Il motivo? Ilaria Salis è una maestra di scuola elementare, e nonostante l'anno passato in carcere le abbia fatto sicuramente perdere in lucidità, il modo in cui scrive è quantomeno singolare secondo il web. La scrittura della Salis, che ha comunque compiuto 39 anni e ha quindi una buona esperienza, lascia interdetti alcuni utenti sui social, che hanno denunciato la cosa.

La stessa Salis nella lettera ha spiegato di non voler mettere da parte la sua professione. "A settembre ho provato a iscrivermi alla scuola elementare per imparare un po' meglio l'ungherese, ma la mia richiesta è stata rigettata "perché non parlo ungherese"". Dal web: "Forse è meglio che prima impari l'italiano".

La maestra elementare spiega ancora: "Fino al 20 marzo (ossia per 5 settimane) quando il carcere ha finalmente autorizzato il Consolato italiano a farmi visita e a recapitarmi il primo pacco, sono rimasta senza un ricambio di vestiti (biancheria intima compresa) solo con i vestiti malconci e gli stivali con i tacchi fuori misura che mi avevano dato in Questura".

Ilaria Salis: "Interrogata dopo l’udienza e costretta a firmare un foglio in ungherese”

La 39enne in carcere da un anno a Budapest per aver manganellato alcuni estremisti di destra, ha ammesso nella nuova lettera: "Purtroppo in prigione dobbiamo seguire gli ordini e ho dovuto firmare pur non avendo capito. Ho dovuto firmare – ha scritto in sintesi all’ambasciatore – perché rifiutarsi di eseguire un ordine in carcere non è una cosa ben vista. Ho avuto paura delle conseguenze