Taffo replica alla Zevi: "Hai fatto uscire il tuo libro per il Giorno della Memoria". Punto, set e partita

Non si è fatta attendere la replica dell'agenzia funebre, una risposta puntuale e piccata, ma il post della giornalista è scomparso

Un po' come i Ferragnez, i Parenzos sono la classica coppietta mediatica che ha sempre un commento pronto per ogni evenienza. Marito e moglie, diciamo che non conoscono molto l'arte del silenzio. Come diceva il saggio? Ah sì, silentium est aureum.

Così, lo scomparso post di poche ore fa della Zevi, l'ebrea passionaria che ha criticato su X e Instagram il meme/appello di Taffo a non dimenticare i palestinesi, non è stato certo foriero di applausi, al contrario.

Bastava andare sui profili della giornalista per divertirsi nella lettura di una serie di commenti dei più creativi e coloriti, non certo lusinghieri. L'autrice de Il Nemico Ideale, non è stata certo celebrata come intellettuale giudea di chissà quale alto profilo, al contrario, ha prestato il fianco a una serie di battute di mediocre livello. In fondo, giova ricordarlo, la signora non è Primo Levi ed è la stessa che ha affermato che gli ebrei sono più intelligenti, un'ottima politica per ingraziarsi il prossimo. 

Così, a poche ore dallla pubblicazione del suo post che chiedeva addirittura un intervento del legislatore, per voce del pubblicitario Riccardo Pirrone è arrivata la replica di Taffo. In poche righe la donna è stata messa a tacere con classe, tanto che non vogliamo sintetizzare il messaggio, ma ve lo riportiamo integralmente "Fai il tuo lavoro, che io faccio il mio. Altrimenti, dato che ti atteggi a pubblicitaria, potrei pensare che hai fatto uscire il tuo libro il 17 gennaio per sfruttare il Giorno della Memoria che viene poco dopo. Non fare la furba con me".

Le parole di Pirrone hanno virtualmente scatenato in tantissimi i famosi 92 minuti di applausi di fantozziana memoria, ma ciò che più compiace della risposta di Taffo, non è stato tanto il contenuto impeccabile, quanto il meraviglioso senso implicito, ovvero che gli ebrei si possono criticare, anche aspramente, senza cadere nel tranello del bieco e furbesco spauracchio dell'antisemitismo. 

Come dire: l'eterna scusante del vittimismo giudeo si può e si deve sconfiggere.