Fontane di Trevi, monetine da record per un valore di quasi 1.5 milioni di euro
Insieme al denaro rinvenuti oggetti di vario tipo che finiscono in acqua principalmente per sbaglio
Anelli, bracciali, orologi, dentiere e fiches da poker. Quello che nasconde la Fontana di Trevi è un “mondo” fatto non solo di monetine, ma anche dei più svariati oggetti. Set cinematografico di noti film e meta prediletta dei turisti che, come da tradizione, vanno nella celebre piazza per gettare una monetina nella fontana. Un gesto intorno al quale ruotano diverse leggende. Secondo alcuni chi lancia una moneta nell’acqua mettendosi di spalle avrà la garanzia di tornare a Roma. Secondo altri chi lo fa può esprimere un desiderio nella speranza che si avveri presto. Quasi nessuno però sa dove vadano a finire i soldi che vengono gettati lì. «Si tratta di centinaia e centinaia di euro che, 3 o più volte a settimana, vengono raccolte dai dipendenti di Acea, allertati dalla polizia locale che presidia la piazza» spiega Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, che dal 2006 gestisce i fondi che vengono accumulati grazie al recupero delle monete. Una volta ripescati, gli oggetti vengono portati in un deposito per essere lavati, smistati e consegnati ai bisognosi. In totale, nel 2022, «abbiamo raccolto oltre 33 mila chili di monete corrispondenti a 1.432.953,74 euro. Si tratta - spiega Trincia - di un record, e secondo le stime quest’anno la somma supererà il milione e mezzo». Cifre che vengono destinate ai più bisognosi grazie ai progetti della Caritas. «Tolti i costi di gestione della raccolta, che corrispondono a circa il 6% del totale, il resto dei soldi viene usato per aiutare persone in difficoltà economiche. In particolare - continua Trincia - quasi duemila famiglie hanno potuto usufruire degli Empori della solidarietà. Si tratta di cinque strutture - simili a un supermercato - in cui, grazie a una tessera consegnata da noi, le persone possono fare la spesa. Ma ci sono anche le mense sociali dove abbiamo offerto quasi 53 mila pasti».