Funerali Giulia Cecchettin a Padova il 5 dicembre, Turetta: "Doveva essere soltanto mia, ho fatto una cosa orribile"

La data dell'ultimo saluto a Giulia Cecchettin si legge nelle epigrafi affisse a Vigonovo, il paese dove viveva la 22enne. Ed escono nuove dichiarazioni di Turetta davanti al pm

I funerali di Giulia Cecchettin si terranno a Padova il 5 dicembre alle 11 di mattina. La cerimonia in una chiesa molto vasta, la Basilica di Santa Giustina, in grado di ospitare migliaia di persone. All'ultimo saluto per la giovane uccisa lo scorso 11 novembre faranno capolino tantissime persone, probabilmente anche cariche istituzionali. La data si legge nelle epigrafi affisse a Vigonovo, il paese dove viveva la 22enne. La procura ha dato il nulla osta alla famiglia per il rilascio della salma. Nel corso dell'autopsia è emerso che Giulia è morta dissanguata dopo la lite a Fossò, uccisa con oltre 20 coltellate. Il colpo mortale all'aorta. Emergono in queste ore intanto altre dichiarazioni che Filippo Turetta avrebbe rilasciato davanti al pm nella giornata di ieri, venerdì 1 dicembre.

Funerali Giulia Cecchettin a Padova il 5 dicembre

Ai funerali di Giulia Cecchettin a Padova non ci saranno soltanto i familiari o la gente di Vigonovo, ma anche tutte quelle persone che, pur non conoscendola, sono rimaste scioccate dall'omicidio efferato compiuto ai suoi danni. Si aspettava soltanto l'autopsia programmata per ieri prima di dare il via libera all'ultimo saluto della giovane studentessa, morta per emorragia dopo la lite, con più di venti coltellate inflitte al suo corpo e profonde ferite. Il colpo mortale all'aorta recisa da Filippo Turetta, che intanto, dal carcere di Verona è alle prese con diversi interrogatori.

Turetta: "Doveva essere soltanto mia, ho fatto una cosa orribile"

Si attende ancora di sapere in che modo Turetta sia entrato "nei dettagli" dell'omicidio di Giulia Cecchettin davanti al pm. Intanto, il giovane ha confessato di averla uccisa perchè "doveva essere soltanto mia, e non accettava "che fosse finita".

Non sopportava di vederla con qualcun altro. È possibile che Turetta abbia pianificato tutto ma le sue dichiarazioni vertono in un senso: evitare la premeditazione. Il 22enne ha tirato fuori la carta del possesso, salvo poi difendersi: "Non so cosa sia scattato nella mia testa".

Turetta, dopo diversi "non ricordo", ha ripetuto di voler "pagare e scontare la pena per le mie responsabilità di un omicidio terribile", spiegando di aver fatto "una cosa orribile".