Turetta è atterrato in Italia, a Venezia, ammanettato mani e piedi: in tuta e barba incolta, è nel carcere di Verona

Il giovane sarà trasferito nel carcere di Verona, in un reparto protetto, e sarà sorvegliato a vista 24 ore su 24

Partito in orario da Francoforte, l'aereo con a bordo Turetta è atterrato, in Italia, a Venezia intorno alle 11.30 di questa mattina, 25 novembre. Filippo Turetta è giunto in mattinata in Italia dopo la detenzione in Germania nel carcere di Halle, con un volo militare. Adesso è in viaggio verso il carcere di Verona, dove sarà trasferito in un carcere protetto. Il giovane, ammanettato alle mani e ai piedi, è stato raccontato come un ragazzo dallo sguardo mesto, barba incolta, vestito con la tuta e col totale disinteresse verso ciò che aveva attorno. Nel viaggio è rimasto "tranquillo, ma rassegnato".

Turetta è atterrato in Italia, a Venezia: andrà in un reparto per protetti nel carcere di Verona

Partito in orario da Francoforte, l'aereo con a bordo Turetta è atterrato a Venezia intorno alle 11.30 di questa mattina, 25 novembre. Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro ai danni della giovane Giulia Cecchettin, ma si valuta anche la premeditazione. Il giovane sarà trasferito nel carcere di Verona, in un reparto protetto, e sarà sorvegliato a vista 24 ore su 24 e si troverà in una cella singola per evitare che possa compiere gesti autolesionistici, si cerca per il giovane un carcere che abbia una struttura con un reparto per protetti. 

Procura valuta premeditazione e occultamento cadavere

Per Turetta si rafforza l'ipotesi della premeditazione e anche il reato di occultamento del cadavere. Il 22enne accusato dell’omicidio volontario dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin aggravato dal vincolo del legame affettivo, potrebbe veder cambiare il campo d’imputazione nei suoi confronti già prima dell’interrogatorio di garanzia, non ancora fissato, davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo. Il pm Andrea Petroni potrebbe contestare anche l’occultamento di cadavere per aver caricato in auto la studentessa, aver percorso oltre 100 chilometri e quindi essersi sbarazzato del cadavere gettandola in un dirupo vicino al lago di Barcis. Per quanto concerne l’omicidio, si attende l’autopsia che dovrà stabilire se la ventina di coltellate inflitte alla ragazza possano far scattare ulteriori aggravanti. L’aggravante della premeditazione porterebbe la pena massima prevista all’ergastolo, con l’impossibilità, da codice, di chiedere il rito abbreviato.