Sanremo, Alberto Scagni resta in coma farmacologico dopo il pestaggio, gli ispettori nel carcere Valle Armea
La prognosi dell'uomo condannato per l'omicidio della sorella Alice resta riservata. I suoi legali: "Facciamo chiarezza su questo episodio"
Hanno chiesto spiegazioni, sia dopo il primo pestaggio avvenuto un mese fa nel carcere di Marassi, a Genova, sia adesso che è stato picchiato nella casa circondariale di Sanremo: vogliono sapere perché il loro assistito, che si trova in coma farmacologico a causa delle botte che gli hanno dato due compagni di cella in preda ai fumi dell’alcol, per ben due volte ha rischiato la vita. A presentarle formalmente, inviando solleciti ufficiali ai responsabili dei due istituti, sono stati i legali di Alberto Scagni, l’uomo che deve scontare una pena di 24 anni e sei mesi per aver ucciso la sorella a coltellate la sera del primo maggio 2022, Alberto Caselli Lapeschi e Mirko Bettoli. Sebbene Scagni fosse entrato sabato scorso nell’istituto di Valle Armea come recluso da sottoporre a “grande sorveglianza” (da controllare ogni 20 minuti), i tre compagni che gli erano stati assegnati avevano tutti gravissimi precedenti di polizia per episodi violenti e a sfondo sessuale. Un affiancamento ritenuto pericoloso dai difensori. Questi elementi sono destinati a entrare nell’inchiesta condotta dalla Procura d’Imperia, che cercherà di focalizzare in maniera complessiva la matrice dell’aggressione e i molti lati oscuri della vicenda.
Intanto i familiari protestano. «Sono state e sono tuttora centellinate le notizie sulla salute d’un cittadino italiano detenuto in una prigione italiana – dice Antonella Zarri, madre di Alice e Alberto -, al punto che è stato negato il bollettino medico ai suoi avvocati. Evidentemente allo Stato non è bastato provocare la morte di Alice (la mamma da sempre accusa la polizia di non aver tenuto in considerazione gli allarmi lanciati nelle settimane antecedenti l'omicidio): ora avanti con Alberto». Scagni è ricoverato all’ospedale Borea di Sanremo dopo che mercoledì sera è stato torturato da due maghrebini. È nel reparto di rianimazione ed è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico per ridurre le fratture multiple alla mandibola e al setto nasale, conseguenza dei colpi di sgabello. È stato inoltre operato per una lesione alla laringe, ha due costole fratturate e problemi a una vertebra. «Sarà mantenuto intubato e in coma farmacologico almeno fino a lunedì 27 novembre – si legge in una nota dell’Asl 1 - e in quella giornata saranno effettuati nuovi esami. Al momento il paziente non è in pericolo di vita, salvo complicazioni». Per altre quarantotto ore la prognosi resta riservata e quando si riprenderà sarà trasferito, così come i due picchiatori.
L’assassino di Alice è stato aggredito intorno alle 21 di mercoledì. I due nordafricani, ora in stato d’arresto per tentato omicidio e sequestro di persona, hanno prima chiuso in bagno un quarto compagno di cella, un italiano, poi si sono accaniti contro Scagni. Dopo averlo ridotto in fin di vita, hanno minacciato di ucciderlo se non fossero riusciti a parlare con un magistrato. Ne è nata una trattativa con la direttrice dell’istituto, Cristina Marré, che si è conclusa poco prima di mezzanotte, quando il sostituto procuratore di turno, Veronica Meglio, ha dato il via libera agli agenti penitenziari, in tenuta antisommossa, per l’irruzione nella cella. Il carcere di Sanremo è sotto l’attenzione del Provveditorato regionale e del Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria. Un’inchiesta, con l’invio di ispettori, si aprirà la prossima settimana.