Mondo di Mezzo, Gianni Alemanno affidato ai servizi sociali di suor Paola, accolta istanza dopo condanna a un anno e 10 mesi per traffico di influenze

L'ex primo cittadino dovrà per quasi due anni prestare servizio presso la So. Spe., associazione nata nel 1998 con l'obbiettivo di offrire assistenza a ragazze madri, bambini disabili, persone vittime di violenze e povertà"

Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, è stato affidato ai servizi sociali di suor Paola, misura che segue l'inchiesta sul traffico di influenze e finanziamenti illeciti del comune capitolino denominata "Mondo di Mezzo". I giudici hanno accolto la richiesta della difesa dell'ex primo cittadino di poter scontare la pena, già commutatagli, di un anno e 10 mesi in un regime alternativo a quello carcerario: in particolare, i servizi sociali.

Mondo di Mezzo, Gianni Alemanno affidato ai servizi sociali di suor Paola

L'ex primo cittadino della capitale, quindi, sarà ora affidato alle "cure" di suor Paola e della sua Associazione Solidarietà e Speranza (So. Spe.), associazione che, recita il sito, "opera a favore di ragazze madri, bambini e adolescenti e si impegna nel sostegno e nel recupero di persone vittime di violenze e povertà, detenuti e famiglie disagiate". L'opera di suor Paola, molto nota nel centro Italia, nasce nel 1998 presentando come orizzonte delle proprie attività il dono di "assistenza sociale e sanitaria a persone bisognose, tentando di favorirne le condizioni sociali ed ambientali con il fine di raggiungere una loro rieducazione ed il reinserimento nella società".

Quasi due anni, dunque, quelli nei quali Alemanno dovrà svolgere servizio presso la casa di accoglienza per ragazze madri e la struttura per l'accoglienza di bambini diversamente abili, dopo la condanna in via definitiva per traffico di influenze e finanziamenti illeciti. Una condanna che era stata duramente criticata dall'ex sindaco: "Che cosa mi viene contestato? Aver sollecitato il pagamento da parte della società pubblica Eur Spa di debiti accertati, arretrati da tempo e ormai esecutivi. E di aver accettato un finanziamento elettorale senza verificare che questo fosse stato deliberato dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa che lo aveva erogato".

In merito, i giudici così si erano espressi alla lettura della sentenza della Corte di Cassazione: "Rilevato come la sua azione fosse comunque stata posta in essere per far percepire somme effettivamente dovute dalla pubblica amministrazione, posto che lo stravolgimento dei criteri di legge e dei tempi fisiologici di esazione delle somme ha determinato una sperequazione di trattamento tra creditori della Pa avendo i soggetti favoriti arbitrariamente percepito utilità ulteriori".