Addio all'attrice Sibilla Barbieri, morta per suicidio assistito in Svizzera, Cappato: "Soffriva di cancro, asl le ha rifiutato l'eutanasia", l'ultimo messaggio: "10mila euro necessari"
Dopo 10 anni di lotta contro il cancro, l’attrice Sibilla Barbieri è morta in Svizzera, tramite suicidio assistito. Intorno alla sua dipartita, si è riaperta la polemica riguardante l’eutanasia legale in Italia
Sibilla Barbieri, dal 2013 malata oncologica terminale, è morta a 58 anni in una clinica in Svizzera dopo aver deciso di porre fine alla malattia che l’attanagliava da tempo tramite il suicidio assistito. La notizia giunge oggi dai canali social dell’associazione Luca Coscioni, per la quale l’artista era anche consigliera.
La morte di Sibilla Barbieri per suicidio assistito in Svizzera
Sibilla Barbieri, malata oncologica terminale, è morta a 58 anni in una clinica in Svizzera dopo aver deciso di porre fine alla malattia che l’attanagliava da tempo tramite il suicidio assistito. La notizia giunge oggi dai canali social dell’associazione Luca Coscioni, per la quale l’artista era anche consigliera.
Attrice, regista e sceneggiatrice, Sibilla Barbieri aveva deciso di intraprendere il viaggio all’estero in seguito al diniego dell’Asl romana cui faceva riferimento di usufruire dell’accompagnamento clinico alla morte volontaria. A metà Settembre, infatti, la struttura sanitaria laziale le aveva posto un veto sostenendo che la donna non possedesse tutti i requisiti necessari per procedere legalmente alla morte assistita, parzialmente liberalizzata dalla sentenza “Cappato\Dj Fabo” dalla Corte Costituzionale nel 2019.
Nello specifico, la sentenza n. 242/2019 prevede che ciò possa avvenire soltanto qualora il paziente sia capace di autodeterminarsi, sia affetto da patologia irreversibile, se tale malattia sia fonte certificata di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili e, infine, se il malato sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale, quali ventilatori o respiratori meccanici. La commissione medica romana aveva ritenuto che alla donna mancasse proprio l'ultimo requisito, quello della dipendenza da trattamento di sostegno vitale.
"Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10000 euro necessari e posso ancora andarci fisicamente”, aveva dichiarato la regista nell’ultimo video online pubblicato prima del viaggio. “Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un'altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio".
Di qui la decisione di Sibilla Barbieri di ricorrere coscientemente al suicidio assistito in una clinica svizzera, dove è stata accompagnata dal figlio e da Marco Perduca, ex senatore dei Radicali, membro come lei dell’Associazione Luca Coscioni e iscritto all’Associazione Soccorso Civile, che ha organizzato e sostenuto il viaggio. Ad accompagnarli anche Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell'associazione.
L’Associazione Luca Coscioni e la lotta per l’eutanasia legale in Italia
A seguito di questi avvenimenti, il figlio di Sibilla Barbieri e Marco Perduca si autodenunceranno domani mattina per il reato di istigazione o aiuto al suicidio, per cui rischiano una pena comminata dai 5 ai 12 anni di carcere. Assieme a loro si autodenuncerà anche Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e legale rappresentante dell'Associazione Soccorso Civile, che ha organizzato e sostenuto il viaggio di Sibilla Barbieri, culminato con l’autosomministrazione della pillola letale.
L’Associazione Luca Coscioni si batte da anni per il diritto all’eutanasia legale in Italia e la possibilità di porre fine farmacologicamente alle sofferenze dei pazienti terminali consenzienti. La recente morte di Sibilla Barbieri ha inevitabilmente riaperto il dibattito politico riguardo a questo tema scottante nel nostro Paese.