Genova, l'ombra della camorra sul Lungomare di Pegli, un prestanome del boss gestiva il bar: quattro in carcere

Secondo la Dda il proprietario del locale era Angelo Russo, attualmente detenuto per un traffico di stupefacenti. Arrestati anche un figlio del boss e un parente di un latitante

Gestiva il bar dal carcere, grazie a una rete fatta di familiari e prestanome. Rete finita nel mirino della polizia e della Guardia di finanza che su disposizione del gip grazie alla richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura di Genova, hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone. In cella è finito Angelo Russo, mentre ai domiciliari si trovano Francesco Cinquegranella, Mario Russo e Antonio Novelletti. Obbligo di dimora infine, con presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per Liberato Soriente e Antonietta Russo, sorella di Angelo Russo.

Russo,  originario del Rione Traiano a Napoli, detenuto in quanto arrestato a Genova nel 2019, nel corso di un’operazione antidroga contro i narcotrafficanti condotta dalla Procura di Napoli, secondo il pm Federico Manotti ha rilevato il bar Libeccio intestandolo a prestanome e facendolo gestire da amici fidati e famigliari. Il reato ipotizzato è quello di trasferimento fraudolento di valori al fine di agevolare la camorra. Dalle indagini è emerso che Russo ha acquisito la titolarità di fatto del locale “Libeccio” attraverso l’intestazione di comodo a Liberato Soriente, originario di Torre Annunziata, ma da tempo residente a Genova dove ha sempre svolto l’attività di barista. Russo secondo gli investigatori avrebbe anche ristrutturato il bar, andato a fuoco nel 2016 in seguito a un incendio doloso, quando era gestito dai precedenti proprietari utilizzando capitali di dubbia provenienza. Per condurre il locale si sarebbe avvalso anche di altre persone di propria fiducia, tra le quali il figlio Mario, appositamente trasferitosi a Genova da Napoli, rimasto recentemente ferito in un agguato perpetrato con colpi di arma da fuoco nel Rione Traiano.

Sono inoltre intervenuti nella gestione del “Libeccio”, anche altre persone, a questi ritenute vicine, tra cui Francesco Cinquegranella, figlio di un esponente di spicco della camorra latitante dal 2002, Antonio Novelletti e la sorella Antonietta. In base a quanto ricostruito dagli investigatori coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Genova la fittizia intestazione del bar a soggetti di comodo ha consentito a Russo di gestire il locale del Lungomare di Pegli ininterrottamente dal 2018, evitando così possibili sequestri dell’attività economica derivanti dai gravi reati in materia di stupefacenti, per i quali è stato anche condannato in via definitiva.