Ciro Di Maio di nuovo a processo per droga dello stupro: “3 litri di Gbl dalla Cina pagati in bitcoin”, l'attore: "La uso per curarmi"
Nuovi guai giudiziari per Ciro di Maio, ex conduttore arrestato in flagranza di reato mentre riceveva 3 litri di "droga dello stupro", dalla Cina, a suo dire destinati a "uso personale"
Nuovi guai giudiziari per Ciro di Maio, ex conduttore tv ed attore che, il 24 agosto del 2021 era stato arrestato e condannato ad un anno e quattro mesi di detenzione con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di circa 1400 dosi di gamma-butirrolattone (Gbl) spedita dall'Olanda. Il 48enne, è tornato in queste ore sotto inchiesta a causa di tre litri di "droga dello stupro" ricevuti dalla Cina e pagati in bitcoin.
Nuovo processo per l'ex conduttore Ciro di Maio, arrestato in flagranza di reato: "Acquistati 3 litri di Gbl dalla Cina"
A coordinare le indagini della Guardia di Finanza, il sostituto procuratore di Milano, dottor Baj Macario. Le fiamme gialle hanno eseguito un arresto in flagranza di reato, dopo aver intercettato un carico di tre litri di "droga dello stupro" in arrivo alla Cargo City dell'aeroporto di Malpensa dalla Cina. I finanzieri hanno quindi proceduto a monitorare la consegna, con l'obbiettivo di acquisire ulteriori prove in merito al traffico di stupefacenti in corso e riguardo eventuali responsabili coinvolti, oltre che sul compratore. Al momento della consegna a di Maio, a Milano, sono quindi intervenuti gli agenti, che hanno arrestato l'uomo in flagranza di reato e sequestrato i tre litri di stupefacente.
Dopo l'arresto, gli agenti hanno quindi proceduto a perquisire l'abitazione dell'ex conduttore televisivo, diventato famoso negli anni '90 come uno dei "Carramba Boys", trovando grandi quantitativi di stupefacenti. Oltre ad altro Gbl, infatti, sarebbero state rinvenute diverse dosi di cocaina e mefedrone. Secondo l'accusa, la droga importata dalla Cina nel nostro Paese sarebbe stata successivamente assunta personalmente o ceduta a terzi, anche per tramite di corrieri a richiesta.
Stando a quanto riportato dagli inquirenti, poi, gli acquisti sarebbero stati effettuati con moneta virtuale, bitcoin, con il materiale acquistato indicato nell'etichettatura quale "silicone". Come già fatto nel processo del 2021, di Maio ha affermato che gli stupefacenti fossero per uso personale e che non ci fosse, da parte sua, alcun fine di spaccio.