Pietro Vittorelli, morto d'infarto a 61 anni ex abate Montecassino: dai festini di sesso omosex e droga a inchiesta 8X1000
Morto a 61 anni don Pietro Vittorelli, l'ex abate di Montecassino in passato accusato di aver speso oltre 500mila € dell'8Xmille in viaggi e ristoranti, oltre che di consumo di droghe e festini omosessuali
L'hanno trovato nel suo appartamento romano, don Pietro Vittorelli, 62 anni. L'alto prelato, ex abate di Montecassino, è morto il 13 ottobre, si ritiene per un arresto cardiaco. A dare l'allarme erano stati i familiari dell'uomo, che si erano impensieriti quando Vittorelli aveva smesso di rispondere al telefono. Raggiuntolo a casa, non ricevendo alcuna risposta neanche dal citofono, hanno dato l'allarme.
Morto don Vittorelli, noto per l'inchiesta sull'8 per mille, i festini gay e la droga
I primi ad entrare nell'appartamento sono stati i Vigili del Fuoco del comando provinciale di Roma. Con loro, il personale Ares 118. Inutili i tentativi di soccorso alla scoperta del cadavere, il 62enne era già morto, si presume, da diverse ore.
Un nome noto alle cronache nazionali, quello di don Pietro Vittorelli, l'ex abate di Montecassino che nel 2023 rinunciò all'incarico, ufficialmente per motivi di salute, dopo l'inchiesta avviata nel 2015 dalla Guardia di Finanza su presunti usi illeciti dei fondi dell'8 per mille. Oltre a lui, anche il fratello Massimo finì sotto la lente degli inquirenti con l'accusa di riciclaggio ed appropriazione indebita. Secondo l'accusa, don Pietro si sarebbe appropriato di almeno 588 mila euro destinati alla diocesi di Montecassino, spendendoli invece in viaggi e cene di lusso.
Non solo la questione economica, però. Vittorelli era salito agli onori della cronaca anche per un altro aspetto della sua vita: nel 2015, infatti, si scoprì come fuori dalla cerchia ecclesiastica l'uomo si facesse chiamare Marco Venturi, spacciandosi per primario. Il motivo è molto semplice: l'abate conduceva una doppia esistenza. Noto prelato di giorno, spregiudicato consumatore di droghe ed entusiasta partecipe a festini a base di sesso omosessuale di notte. Quando la notizia uscì, ormai otto anni fa, si parlò di ecstasy, crack, ghb e chetamina, oltre che un ampio ricorso all'app di incontri grindr, per cercare partner maschili, ed all'utilizzo di "gigolò".