Lei diventa un uomo, lui una donna e alla fine si sposano a Recanati
La loro relazione è iniziata nel 2019, dopo essersi conosciuti su un gruppo transgender di Facebook
Fiori d’arancio per Maura ed Emanuele, i due coniugi hanno detto sì! Lui 36 anni e lei 41, si sono sposati sabato 7 ottobre, a Villa Anton a Recanati, in provincia di Macerata. A rendere speciale questa unione d’amore è il fatto che i coniugi, fino a qualche anno fa, erano molto ‘diversi’ da quelle persone sorridenti che appaiono nelle foto delle nozze: Emanuele Loati è nato donna (all’anagrafe era registrato come Adriana), Maura Nardi è nata uomo (Mauro) e solo dopo un lungo percorso di affermazione di genere affrontato insieme, hanno potuto finalmente diventare ciò che sentivano da sempre di essere. In compagnia di una settantina di persone, tra parenti e amici riuniti per l’occasione, la coppia è convolata a nozze un sabato di ottobre, nella cittadina dove già risiedono. Un anno fa il coming out, adesso il fatidico sì nella città che dette i natali a Giacomo Leopardi. Maura, 41 anni recanatese, è cieca (quando ha completato il percorso, è stata la prima persona non vedente italiana a riuscirci), lavora come impiegata del Comune ed è anche voce storica di un’emittente radiofonica locale. Suo marito Emanuele, 36enne originario della Romania, lavora nella mensa di una casa di riposo. La loro unione è il coronamento di un sogno nato anni fa, quando i due si sono conosciuti. Era il 2019, entrambi avevano avviato da tempo il loro percorso personale di affermazione di genere: si trovano per caso, su un gruppo di persone transgender di Facebook. Un incontro fortuito che si è trasformato in conoscenza e da lì è sbocciato anche l’amore. Da allora non si sono mai più lasciati, sostenendosi l’un l’altra, affrontando le difficoltà del percorso senza mai perdere di vista il loro obiettivo, “il nostro futuro”. Perché parlando coi giornali hanno sempre specificato di essere, prima di tutto, una coppia. La loro identità di genere, la volontà di diventare chi hanno sempre sentito di essere, pur essendo stati assegnati alla nascita a sessi diversi da quelli percepiti, “per noi è una cosa naturale”, sottolineavano.