Rossopomodoro, dalla solidarietà napoletana del caffè sospeso al cibo gettato nella spazzatura: non sarebbe meglio darlo ai poveri?
Al momento della chiusura, come accade nel banco da asporto alla stazione centrale di Milano, pizze e calzoni avanzati finiscono nei cassonetti quando potrebbero essere destinati al banco alimentare
“Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo”. Parole di Luciano De Crescenzo. Per questo è strano che un emblema della napoletaneità in Italia e nel mondo come Rossopomodoro, la catena di pizzerie fondata nel 1997 da Franco Manna insieme con Geppy Marotta, Pippo Montella e Roberto Imperatrice, a fine giornata getti nell’immondizia il cibo avanzato anziché offrirlo ai poveri.
Perché non destinare il cibo avanzato ai meno abbienti?
Pizze, pizzette, panini, focacce, calzoni: nel menu al taglio di Rossopomodoro c’è l’imbarazzo della scelta. Prodotti di qualità della cucina mediterranea e in particolare di Napoli, la città della solidarietà, come diceva De Crescenzo a proposito della pratica del caffè sospeso. Ecco perché è un peccato che, come accade nel banco da asporto della stazione centrale di Milano, alla chiusura le prelibatezze avanzate finiscano tra i rifiuti piuttosto che in qualche banco alimentare.
La qualità di Rossopomodoro è conosciuta e riconosciuta. E c’è da scommettere che i prodotti, anche a fine giornata, siano ancora freschi e gustosi. Perché non destinarli ai meno abbienti?
La storia di Rossopomodoro: “Come un giorno a Napoli”
“Come un giorno a Napoli”, recita il claim di Rossopomodoro. Il che significa immergersi nella storia, nella cultura e nei sapori di Napoli in qualunque punto vendita si trovi in Italia e nel mondo. Rossopomodoro nasce a Napoli nel 1997. Seguono quindi aperture a Roma e Milano. Nei sei anni successivi, dal 2000 al 2006, la società (che fa parte del Gruppo Sebeto Spa insieme ai marchi Pizza & Contorni e Anema & Cozze) passa da 4 a 47 ristoranti.
Nel 2006 Rossopomodoro è rilevato dal fondo di private equity Quadrivio che aveva a sua volta acquisito, tramite l'acquisto di azioni e un aumento di capitale, il 37% del gruppo Vesevo, che fa capo a cinque soci privati e ha una dotazione di 100 milioni di euro. Nel 2011 il fondo britannico Change Capital rileva per una cinquantina di milioni da Quadrivio il controllo del Gruppo Sebeto.
Nel marzo 2018 Change Capital cede la proprietà di Rossopomodoro, che da tempo ha realizzato una partnership con Eataly, a un altro fondo inglese al suo primo investimento in Italia, OpCapita, attraverso OpCapita Consumer Opportunities II. Con la nuova proprietà cambiano anche i vertici della società: uno dei fondatori, Manna, è nominato presidente, mentre vicepresidente esecutivo diventa Marco Airoldi, ex amministratore delegato di Benetton, con l'incarico di amministratore delegato che va a Roberto Colombo, ex chief operating officer di Autogrill.