Omicidio Saman Abbas, perizia conferma: "Fossa scavata per 6 volte", si apre ipotesi omicidio premeditato
Inoltre, si è precisato che il corpo della vittima non è stato introdotto nella fossa immediatamente dopo la fine delle operazioni di scavo, bensì in un momento successivo
Il processo in corso a Reggio Emilia in merito all'omicidio di Saman Abbas ha raggiunto un momento cruciale con l'attesa udienza di oggi, durante la quale verrà preso in esame il deposito della perizia relativa al luogo in cui il corpo della giovane è stato occultato. Saman Abbas, 18 anni, scomparve da Novellara la notte tra il 30 aprile e l'1 maggio 2021, e le indagini successivamente rivelarono che fu uccisa in quella tragica notte, con il suo corpo occultato in un casolare abbandonato a breve distanza dalla residenza degli Abbas.
Omicidio Saman Abbas, perizia conferma: "Fossa scavata per 6 volte", si apre ipotesi omicidio premeditato
Uno degli elementi salienti di questa perizia è l'analisi del terreno in cui è stata sepolta la vittima. Sorprendentemente, il terreno si è rivelato altamente stratificato. Secondo la perizia, la "tomba" della giovane è stata scavata e riempita almeno 6 volte, sollevando domande cruciali sulla premeditazione dell'omicidio. La perizia, articolata su 500 pagine, evidenzia che la stratificazione del terreno indica che questi riempimenti sono il risultato di una serie di eventi distinti nel tempo, che non potrebbero essere avvenuti contemporaneamente.
Tuttavia, la determinazione precisa delle tempistiche risulta un compito arduo. Questa complessità può rendere difficile stabilire se tali azioni siano state premeditate. Come sottolineato dalla perizia, "se da un lato è possibile determinare con certezza che ci sono stati ben 6, se non 7 eventi in cui si è introdotto del materiale all'interno della tomba prima della deposizione del corpo della vittima, dall'altro non è dato sapere in maniera specifica in quanto tempo questa sequenza stratigrafica si sia formata". Inoltre, si è precisato che il corpo della vittima non è stato introdotto nella fossa immediatamente dopo la fine delle operazioni di scavo, bensì in un momento successivo, che al momento risulta difficile da identificare in modo preciso.
L'analisi del terreno si configura dunque come un elemento cruciale nell'indagine sull'omicidio di Saman Abbas, contribuendo a gettare luce sulla complessità dell'occultamento del corpo e sulle possibili implicazioni sulla premeditazione del crimine. La pena potrebbe infatti passare dai 30 anni all'ergastolo, come previsto dalla legge.
Barbara Iannuccelli e Claudio Falleti, avvocati di Saqib Ayub, il fidanzato di Saman Abbas, hanno sottolineato l'eccezionale rivelazione emersa dall'analisi condotta dall'archeologo forense, il dottor Salsarola. Questa scoperta indica che la fossa in cui è stato occultato il corpo di Saman è stata scavata in due fasi separate. Nella prima fase, la fossa è stata creata in modo approssimativo e senza la presenza del corpo di Saman. In questa fase iniziale, sarebbe stato possibile prendere misure e osservare il luogo a occhio nudo. Successivamente, nella seconda fase, la fossa è stata notevolmente allargata per consentire l'inserimento del corpo di Saman. La sequenza di eventi suggerisce che il primo step è stato eseguito senza Saman, mentre il secondo step è avvenuto successivamente, senza che il corpo fosse stato inserito immediatamente nella fossa. Questi dettagli potrebbero avere implicazioni significative sull'ipotesi di premeditazione, che, in un processo per omicidio, può determinare la differenza tra una condanna a 30 anni e l'ergastolo.
Il padre di Saman rifiuta di guardare le foto del cadavere
Nel frattempo, all'interno dell'aula giudiziaria, Shabbar, il padre di Saman, ha evitato di guardare qualsiasi immagine del cadavere mentre il medico legale Cristina Cattaneo presentava la documentazione fotografica tratta dalla perizia sul corpo della giovane dopo il ritrovamento. Durante l'udienza, la dottoressa Cattaneo ha reso noto che l'enumerazione del corpo della giovane è stata un compito estremamente complicato, specialmente durante il recupero di alcune parti del corpo, considerando anche la presenza di uno stato avanzato di "scheletrizzazione" degli arti superiori.