Addio a Gianni Vattimo, padre del pensiero debole, morto a 87 anni il filosofo teorico; l’annuncio del compagno sui social
A darne notizia è stato il compagno di vita e assistente da 14 anni Simone Caminada, con un post su Facebook
È morto ieri sera all’ospedale di Rivoli (Torino), dove era ricoverato in gravi condizioni, Gianni Vattimo, uno dei più noti filosofi teoretici contemporanei, tra i massimi esponenti della filosofia ermeneutica nel mondo e studioso di Martin Heidegger. Nel 2016 gli era stato diagnosticato il morbo di Parkinson e ultimamente il Tribunale di Torino aveva nominato un amministratore di sostegno per le decisioni sul piano terapeutico, in quanto l’uomo era stato dichiarato incapace di intendere e volere.
A rendere nota su Facebook la notizia della sua morte, è stato Simone Carminada, 38 anni, da 14 anni accanto a Vattimo come assistente e compagno di vita, condannato due anni fa per circonvenzione di incapace.
Chi era Gianni Vattimo
Nato a Torino il 4 gennaio 1936 come Gianteresio, Vattimo è diventato nel corso dei suoi studi filosofici, il maestro “del pensiero debole” per aver teorizzato l’abbandono delle pretese di fondazione della metafisica e la relativizzazione di ogni prospettiva filosofica.
Tradotto in varie lingue, e studioso della filosofia ermeneutica contemporanea, ne ha indagato i presupposti storici e sviluppato le implicazioni teoretiche, dedicando le proprie ricerche a Friedrich Schleiermacher, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger e Gadamer, del quale ha curato l'edizione italiana di "Verità e metodo" del 1972.
Gli studi e la carriera
Gianni Vattimo si è laureato in filosofia a Torino nel 1959 e ha condiviso la sua carriera universitaria con Umberto Eco. Oltre alla giovanile militanza nell’Azione Cattolica, Vattimo fu con Eco anche tra i pionieri della televisione italiana: nel 1954 insieme parteciparono e vinsero un concorso in Rai per l’assunzione di nuovi funzionari; abbandonarono entrambi la tv pubblica alla fine degli anni 50. Vattimo si è poi specializzato all’Università di Heidelberg con Hans Georg Gadamer e Karl Lowith. Nel 1964 divenne docente all’Università di Torino, prima come professore di estetica, poi dal 1982 come professore di filosofia teoretica.
Tanti i manuali che ha scritto, tra cui: “Essere, storia e linguaggio in Heidegger”; “Poesia e ontologia”; “Schleiermacher filosofo dell’interpretazione”; “Il soggetto e la maschera. Nietzsche e il problema della liberazione”; “Le avventure della differenza. Che cosa significa pensare dopo Nietzsche e Heidegger”; “Al di là del soggetto”; “Il pensiero debole”; “La fine della modernità. Nichilismo ed ermeneutica nella cultura post-moderna”; “Etica dell’interpretazione”; “Oltre l’interpretazione”; “Credere di credere”; “Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000”; “Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento”; “Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso”; “Della realtà”; “Essere e dintorni” e “Scritti filosofici e politici”.
“Omosessuale – cattolico”, politico di sinistra
Da sempre dichiaratamente omosessuale, Vattimo si definiva un “omosessuale cattolico” diventando così un’icona Lgbtq+. Per Vattimo, con la religione era possibile vincere ogni discriminazione.
Il filosofo è stato attivo anche in politica, schierato con la sinistra, prima nel Partito Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di Sinistra (dal 1999 al 2004), per i quali è stato parlamentare europeo, e infine nel Partito dei Comunisti Italiani. Dal 2009 al 2015 è stato parlamentare europeo dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.