Roma, “frigo tax” nei supermercati, le bevande fresche costano fino al 40% in più, scontrino virale

Spunta la voce sullo scontrino che applica il sovrapprezzo alle bevande fresche

La “frigo tax”, tassa sul frigo o tassa sul freddo, è la novità arrivata da poco in diversi supermercati della Capitale, dove le bevande in frigo costano fino al 40% in più rispetto a quelle a temperatura ambiente prese dallo scaffale.

È la trovata dei gestori per far fronte al caro bollette e al rincaro del costo delle materie prime. A tal proposito è diventato virale sul web uno scontrino sul quale è riportata la dicitura “aggiunta frigo” pari in ogni caso a 0,20 centesimi.

La cosa particolare è che, su una bottiglia di aranciata al costo di 0,51 centesimi, il sovrapprezzo per il frigo è del 40%, ossia 0,20 centesimi in più.

Roma, “frigo tax”, la trovata dei gestori contro il caro bollette

"I costi dell'energia che sono saliti, mica possiamo rimetterci", ha detto un addetto del supermercato puntando il dito contro l’inflazione e contro la storia della guerra in Ucraina.

Le bibite in frigo già da tempo avevano comunque un sovrapprezzo rispetto a quelle poste nello scaffale, ma diversi consumatori lamentano che il rincaro sia quasi della metà per bevande che costano poco meno di un euro.

Infatti, la novità sta nel fatto che diversi supermercati romani abbiano aggiunto la voce “aggiunta frigo” sullo scontrino, senza alcun tabellario di riferimento e soprattutto con un sovrapprezzo fisso indipendentemente dal costo di base del prodotto.

“E’ assurdo – ha commentato un consumatore – acquistare una bottiglia di aranciata che costa 0,51 centesimi e pagarla quasi la metà in più perché fresca; aggiungendo altri 0,30 centesimi compro due bottiglie. Va bene il sovrapprezzo per la bevanda fresca, ma dovrebbe quantomeno essere rapportato al prezzo di base applicando una percentuale fissa e non una tariffa”.

Il peso della “frigo tax”

Facendo un rapido calcolo, un frigo con 50 bevande di diverso tipo, ognuna con sovrapprezzo di 0,20 centesimi, porta alle casse del supermercato 10 euro in più. Se pensiamo che in estate, col caldo rovente, i turisti e i lavoratori (soprattutto impiegati e operai) che frequentano i supermercati durante la pausa pranzo svuotano il frigo più di una volta al giorno, l’entrata con la “frigo tax” diventa molto più cospicua e copre ampiamente il consumo di energia elettrica.