11 settembre 2001, la gigantesca Finestra di Overton che ha trasformato la società rendendo accettabile l’inaccettabile

Solo dopo qualche giorno ho iniziato a capire che si trattava di un grandioso fenomeno di illusionismo capace di ipnotizzare la collettività, un prodotto perfetto di quella che Debord definiva “la società dello spettacolo”. “Un mondo realmente rovesciato in cui il vero non può che essere un momento del falso"

Sono in autostrada quando il primo aereo si schianta sulla torre nord del World Trade Center di New York. Sono quasi le 3 di un pomeriggio assolato, martedì 11 settembre 2001.

Mi telefona concitato un amico:” hai visto cosa sta succedendo a New York?”.  Intanto tutti i canali delle radio hanno interrotto la programmazione per comunicare la notizia dell’attacco terroristico in atto contro uno dei simboli degli USA, nel cuore degli USA.

Incredulo e confuso mi precipito nella prima area di servizio per vedere le immagini sul monitor della televisione.

Una folla muta e sgomenta fissa il grande schermo.

Quel non luogo, abitualmente frenetico e chiassoso, improvvisamente precipita in tempo fermo e in uno spazio silenzioso, un tempio in cui si celebra un rito funebre funesto e solenne.

Nel momento in cui scorrono davanti agli occhi increduli, le immagini dei due aerei che si schiantano contro le due torri del WTC e poi quelle del crollo delle torri, si trasformano in immaginario collettivo. Si fanno Storia.

 

Solo dopo qualche giorno ho iniziato a capire che si trattava di un grandioso fenomeno di illusionismo capace di ipnotizzare la collettività, un prodotto perfetto di quella che Debord definiva “la società dello spettacolo”. “Un mondo realmente rovesciato in cui il vero non può che essere un momento del falso.”

Non è interessante qui analizzare e approfondire i tanti aspetti opachi e inverosimili che sono stati contrabbandati per Verità.

Un interessante ed efficace contributo in questo senso è stato prodotto da Massimo Mazzucco con il suo test sull’11 settembre:

L’11 settembre, come una gigantesca Finestra di Overton, ha trasformato la società rendendo accettabile l’inaccettabile.  

La paura ha pervaso la popolazione e ha consentito ai governi di usare l’emergenza per mettere in atto misure eccezionali, dal monitoraggio delle operazioni bancarie, alle analisi delle conversazioni telefoniche, delle mail e dei messaggi, fino al controllo scrupoloso degli imbarchi in aeroporto.

Sono stati autorizzati arresti arbitrari, sequestri, perfino torture, nei confronti di terroristi o presunti tali.

Per essere liberi abbiamo rinunciato alla Libertà.

Per essere democratici abbiamo rinunciato alla Democrazia.

 

In seguito agli attentati dell’11 settembre gli USA e la NATO sono stati legittimati a dichiarare guerra al terrorismo e a invadere l’Afghanistan governato dai talebani.

La guerra è stata denominata “Operazione Enduring Freedom” esplicitando lo scopo di esportare pace e democrazia in uno stato ostile che fiancheggiava Osama Bin Laden e i terroristi di Al Qaida.

La missione è durata 20 anni, dall’inizio di ottobre del 2001 alla fine di maggio del 2021.

Le truppe USA e NATO si sono ritirate dall’Afghanistan in poco più di tre mesi abbandonando il territorio nelle mani dei talebani. In tre mesi l’Afghanistan è precipitato indietro di vent’anni.

Vent’anni di guerra e di occupazione per produrre il nulla.

L’Alleanza Atlantica non si è nemmeno preoccupata di mettere in salvo i tanti collaboratori afghani.

Chi ha lavorato e collaborato con i militari e i funzionari della missione è stato abbandonato al suo destino, come un vecchio arnese che non serve più.

300 interpreti, con le rispettive famiglie, sono stati lasciati in Afghanistan in balia dei talebani. La stessa sorte è toccata a impiegati, operai, collaboratori delle basi USA e NATO.

 

La guerra forse serviva ad altro. La guerra, uno stato di guerra permanente, è infatti in grado di generare business astronomici.

Secondo i dati ufficiali analizzati dal Watson Institute della Brown University gli USA hanno speso più di 900 milioni di dollari al giorno(!) per un totale complessivo di 2.261 miliardi di dollari.

Lo stato italiano ha limitato le spese destinando  “soltanto” 9 miliardi di euro alla missione.

Leggendo queste cifre non si può non pensare a un passaggio del discorso di commiato pronunciato dal presidente Eisenhower il 17 gennaio 1961: “L’America deve vigilare contro l’acquisizione di un’ingiustificata influenza da parte del complesso militare - industriale e il pericolo di diventare prigioniera di un’élite scientifico - tecnologica”.

Gli ultimi tre anni ci hanno drammaticamente dimostrato quanto siano attuali quelle parole e quanta verità ci fosse nella profezia di Eisenhower.