Omicidio Tramontano, Giulia: "L'acqua puzza di ammoniaca, mi sento drogata", Impagnatiello usò anche il cloroformio
Il cloroformio sarebbe stata utilizzato almeno una volta, lo testimonia un messaggio di Giulia Tramontano del 20 maggio: “Ho dormito molto male e mi sento drogata”. Impagnatiello lo acquistò durante una pausa mentre era all'Armani Cafè
Topicida, ammoniaca e cloroformio. Sono le sostanze utilizzate da Alessandro Impagnatiello per avvelenare Giulia Tramontano, la sua compagna. Dopo le rivelazioni dell'autopsia di alcuni giorni fa che confermavano la premeditazione, considerato che già a dicembre la 29enne avvertiva sintomi, adesso si viene a scoprire che l'uomo della doppia personalità che progettava da mesi la fine della compagna, si era valso dell'uso di altre sostanze per avvelenare lei ed il feto.
Omicidio Tramontano, Impagnatiello usò anche il cloroformio
I nuovi elementi sono acquisti dalle chat di Giulia e dagli acquisti di Impagnatiello. Il cloroformio, dicevamo. Il 16 febbraio, il killer di Senago ne acquistò via web una confezione stabilizzato con amilene. Prodotto che Giulia assunse almeno una volta, considerando dai messaggi: "Ho dormito molto male e mi sento drogata", scriveva al compagno una settimana prima dell'omicidio realizzato con 37 coltellate.
L'acquisto avvenne durante una pausa mentre era al bancone dell'Armani Cafè a fare il suo solito lavoro da barman. Aveva comprato tramite il cellulare una bottiglia da un litro di cloroformio, da spedire ad Andrea Valdi, all’indirizzo del suo appartamento di Senago. Costo del prodotto 23 euro, transazione avvenuta con il suo account Paypal. Andrea Valdi era il suo alter ego, tanto che il Corriere nella cittadina, non aveva trovato nessuno con quel nome e cognome. Impagnatiello tramò questo escamotage andando a ritirare il pacco alla Gls di Paderno Dugnano. Alla sostanza il killer ci pensava già dal 5 febbraio, da quando Giulia le disse che non avrebbe abortito nonostante il tradimento. Impagnatiello ci aveva già provato con il topicida e l'ammoniaca.
Impagnatiello e l'utilizzo dell'ammoniaca
I fatti risalgono a dicembre, precisamente il 9 del mese, un mese dopo aver scoperto della gravidanza. Giulia si lamentò con la madre: "L’acqua che abbiamo preso puzza terribilmente di ammoniaca". Era proprio il triidruro di azoto la sostanza di cui si servì Impagnatiello per cercare di avvelenare la compagna. La madre le consigliò di buttare la confezione di acqua.
Nel fascicolo in Procura sono stati acquisti anche gli istanti finali che portarono alla morte di Giulia Tramontano. Gli ultimi frame che documentano l'abbraccio con l'altra ragazza con cui il barman aveva una relazione, sul marciapiede antistante l’Armani Cafè. Era scesa dalla Hyundai della suocera Sabrina Paulis che l’aveva riaccompagnata a casa alle 19.06 del 27 maggio. Poi la lite ascoltata dalla vicina Giovanna: "Era una discussione accesa durata circa 1 o al massimo 2 minuti, ho sentito una ragazza urlare con voce stridula, come capita a me quando urlo". Alla fine, si consumò il delitto.
Il bambino era d'intralcio ai sogni futuri di Impagnatiello, che come rivela Chiara Tramontano, la sorella di Giulia "voleva fare degli investimenti immobiliari e consapevole delle spese che poteva portare un bambino, non era d’accordo ad averlo".