Crack, la droga invade i vicoli di Genova

Guerra tra gang di africani: residenti e commercianti chiedono aiuto alle forze dell'ordine. Caccia ai laboratori

Negli ultimi mesi Genova sembra essersi trasformata nel set di Breaking Bad, una delle serie televisive di Netflix più popolari al mondo. Il comune denominatore tra le gesta del professore di chimica Walter White e la Lanterna è il crack. La droga sta dilagando, complice il prezzo alla portata di tutti (una dose si acquista tra i 15 e i 25 euro, a seconda della qualità), soprattutto nel centro storico, dove ormai si assiste a un vero e proprio dominio dei pusher senegalesi, che hanno conquistato strade come via Prè e via San Luca. Le gang africane hanno messo in piedi una vera e propria rete: nei vicoli vendono il crack, nei quartieri periferici lo producono cucinando la cocaina sui fornelli di case apparentemente abitate da lavoratori insospettabili. Una combo che sta facendo fare affari d’oro agli spacciatori arrivati dal Senegal, e che sta scatenando una vera e propria guerra con le bande che vorrebbero impossessarsi del mercato. Come i gambiani e i marocchini. Lo testimoniano le tante risse, spesso con accoltellamenti, che si sono registrate questa estate. Ad aprile in piazza Caricamento, a pochi metri dall’Acquario e da una giostra dove stavano giocando dei bambini, un quarantenne di origine tunisina ha aggredito un giovane gambiano con un machete lungo una cinquantina di centimetri perché qualche ora prima si era intromesso in una zuffa scoppiata tra lui e un minorenne per questioni di droga. Ci stava scappando il morto. Da qui l’allarme dei residenti e dei commercianti del centro storico, che per contrastare il crack hanno creato una associazione e posizionato un punto di ascolto nel cuore dei caruggi.

I laboratori in periferia

L’ultimo laboratorio dove veniva “cucinata” la cocaina è stato scovato dalle forze dell’ordine solo pochi giorni fa a Pontedecimo, quartiere genovese della Val Polcevera al confine con l’entroterra. La polizia locale e i carabinieri hanno sequestrato ottocento grammi di cocaina già tagliata e pronta a diventare crack, in parte confezionata e in parte sfusa, e un notevole quantitativo di polvere bianca ancora da 'cucinare'.  La droga si trovava in un appartamento, così come i due uomini che sono stati arrestati: un cittadino del Gabon di 40 anni e un ragazzo di origine senegalese di 20 anni. Le forze dell’ordine si sono fatte aiutare dai vigili del fuoco per aprire la cassaforte dove era stato nascosto buona parte dello stupefacente. Qualche settimana fa le stesse scene si erano viste in una casa a Rivarolo, sempre in Val Polcevera, dove era stata trovata e sequestrata oltre un chilo di cocaina, anche quella pronta per essere tagliata e cucinata. Due giovani di origine senegalese erano finiti in manette. La Procura è convinta che di laboratori come questi ce ne siano a decine nelle zone che circondano il centro storico, e sta indagando per bloccare le forniture ai pusher che hanno trasformato i caruggi in una sorta di casbah.

Centro storico come una casbah

Non a caso viene usato il termine arabo, perché secondo gli inquirenti la gang di senegalesi che si è impadronita dello spaccio nei vicoli è organizzata militarmente: i capi del sodalizio hanno riempito le strette viuzze genovesi con un esercito formato da ragazzini che urlando danno l’allarme in caso di arrivo degli agenti (le sentinelle), poi ci sono i cavalli, cioè gli adulti che si occupano del trasporto degli stupefacenti, infine ecco gli accompagnatori, giovani che scortano i clienti fino al nascondiglio dove si trova la dose che vogliono acquistare. Spesso qualche cliente viene rapinato, specie quelli che si presentano con il portafoglio gonfio di banconote o collane e orologi d’oro. Un giro d’affari quello della droga che sfiora i due milioni di euro al mese.

Per capire quanto il crack ormai sia lo stupefacente più ricercato nei caruggi, basta farsi un giro nella città vecchia e notare il numero impressionante di bottigliette da mezzo litro di plastica, oppure di lattine, con una sorta di beccuccio rudimentale di carta applicato sul lato: è una specie di pipa che chi vuol fumare subito la droga dello sballo realizza senza difficoltà. A volte sono gli stessi pusher a fornirla. A due passi dall’Acquario, dal Porto Antico e dai turisti.