Senago, l’ingegnere Paolo Tamburini morto risucchiato da ventilatore industriale Acovent durante il collaudo
L'uomo stava collaudando un macchinario alto e largo 4 metri, quando è stato risucchiato dalle eliche finendo stritolato: inutile la corsa del 118
Terribile incidente sul lavoro per l’ingegnere Paolo Tamburini, professionista 50enne di Novi Ligure, morto ieri a Senago risucchiato da un grosso ventilatore, durante il collaudo.
Paolo Tamburini risucchiato dal ventilatore durante il collaudo, corpo stritolato, inutile la corsa del 118
La tragedia è avvenuta martedì 22 agosto intorno alle 14.15: il professionista si trovava presso la ditta Acovent srl, in via Camillo Benso Conte di Cavour a Senago, che si occupa della produzione di ventilatori industriali. L’ingegnere stava collaudando il macchinario effettuando alcune opere di manutenzione, quando improvvisamente è stato risucchiato dalle eliche del ventilatore che lo hanno letteralmente stritolato.
Inutile la corsa dei sanitari del 118, per il 50enne non c’è stato nulla da fare, è praticamente morto sul corpo a causa delle gravi riferite riportate su tutto il corpo che è stato letteralmente lacerato dalle eliche: da chiarire il perché la macchina fosse accesa e perché l’uomo si sia avvicinato così tanto.
Stando a quanto finora ricostruito, il 50enne stava lavorando insieme a un collega su un ventilatore della grandezza di quattro metri per quattro.
Indagini dei Carabinieri, aperto fascicolo contro ignoti per omicidio colposo
Sull’incidente sta indagando la Polizia Locale e i Carabinieri per ricostruire con precisione l’esatta dinamica dell’accaduto, mentre il macchinario è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Milano che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, coordinato dal pm di turno Cecilia Vassena.
Nelle prossime ore sarà conferito l’incarico al medico legale per effettuare l’autopsia sul corpo dell’ingegnere, considerata la morte violenta.
Chi era Paolo Tamburini
Il 50enne, laureato al Politecnico di Torino, era dipendente di una ditta esterna della provincia di Alessandria, Basaluzzo, per cui lavorava da quasi trent'anni, occupandosi appunto di collaudi, come responsabile del settore ingegneria meccanica della Prisma Impianti, era entrato a farne parte nel 1996, subito dopo aver conseguito la laurea.
Ieri era stato chiamato per un collaudo nella ditta di Senago dove ha poi perso la vita, lasciando la moglie Daniela, farmacista e due figli adolescenti.