Chi è Roberto Vannacci, già comandante del "Col Moschin" e della "Folgore", autore del libro "Il mondo al contrario"
"Omosessuali, non siete i normali", "io come Giulio Cesare", "giusto sparare ai ladri se entrano in casa". Per queste frasi contenute nel suo libro, il generale Vannacci è finito nella bufera e destituito. Scopriamo quindi chi è e la carriera
Chi è Roberto Vannacci, già comandante del "Col Moschin" e della "Folgore" e direttore dell’istituto geografico militare? Il generale è finito nella bufera dopo la pubblicazione del suo libro "il mondo al contrario", all'interno del quale denuncia una dittatura delle minoranze: gay, clandestini, animalisti, marxisti, radical chic. Non solo, frasi anche come "omosessuali, non siete i normali", "io come Giulio Cesare" e "giusto sparare ai ladri se entrano in casa" che hanno fatto intervenire anche il ministro della Difesa Crosetto. È sposato con la signora Camelia e ha 2 giovani figlie. Dopo le polemiche venutesi a creare in seguito alle frasi "decontestualizzate" all'interno del suo libro, è stato destituito dal comando e trasferito al Comando delle Forze operative terrestri a Roma.
Chi è Roberto Vannacci, già comandante del "Col Moschin" e della "Folgore"
Roberto Vannacci è nato a La Spezia il 20 ottobre 1968. Il generale si è laureato tre volte, in Scienze Strategiche a Torino, Scienze Internazionali e Diplomatiche a Trieste e Scienze Militari a Bucarest. Parla correntemente l’inglese, il francese, il rumeno, il portoghese, lo spagnolo e ha una conoscenza discreta del russo. Entra presto a far parte del 9 reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", dopo aver frequentato il 168º Corso "Fedeltà" dell'Accademia Militare di Modena e, dopo la Scuola di applicazione di Torino. Partecipa alla missione in Somalia nel biennio 1992-94, con il grado di tenente e dopo aver assunto il comando del Distaccamento incursori. In seguito comanda una Compagnia incursori e, dal 2004 al 2006 assume il comando del Battaglione incursori.
Tra il 1999 ed il 2000 presta servizio come addetto alle Forze speciali presso l'Ufficio Operazioni del Comando delle forze operative terrestri e presso l'Allied Rapid Reactions Corps. Vannacci ha coordinato missioni in Iraq e Afghanistan da maggiore e tenente colonnello tra il 2005 ed il 2006. Durante la sua carriera prenderà parte anche a missioni in Rwanda e Yemen. Opera in Libia durante la primavera araba nel 2011. Sempre nello stesso anno e fino al 2013 comanda il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" e successivamente assume l'incarico di capo ufficio relazioni internazionali presso il III Reparto dello Stato Maggiore della Difesa. Nel 2016 arriva la promozione ed entra a far parte della "Folgore". Nel 2017 opera in Iraq un'altra volta, nel 2018 diventa capo di stato maggiore della Divisione "Vittorio Veneto", due anni più tardi è addetto per la Difesa con deleghe in Bielorussia, Armenia e Turkmenistan. Si occupa di gestire i rapporti tra l'Italia e la Russia, dopo lo scoppio del conflitto.
Per Mosca è "persona non grata". Conclude l'incarico nel settembre 2022. Nel giugno 2023 assume il comando dell'Istituto Geografico Militare di Firenze, ruolo che ricopre tuttora.
Vannacci ed il caso uranio impoverito
Vannacci è stato al centro di un acceso dibattito in merito all'esposizione dei militari italiani ai rischi dell'Uranio impoverito e dei metalli pesanti in zona d'operazione. Durante il comando della missione Prima Parthica in Iraq (2017-2018), Vannacci presentò due esposti alla Procura militare e alla Procura ordinaria di Roma per denunciare gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano.
Una vicenda scottante: il generale Vannacci ha denunciato il pericolo di esposizione alle particelle di uranio impoverito all'interno del suo Documento di valutazione dei rischi (DVR) smentendo, de facto, i vertici del Ministero della Difesa che, per anni, hanno sostenuto l'inesistenza di tale minaccia per la salute.