Luca Brignone morto a Tenerife, travolto da un’onda anomala a 25 anni: “Soccorsi in ritardo, si poteva salvare”

La coppia di fidanzati è stata travolta da un'onda anomala a pochi passi dalla riva, lei è riuscita a salvarsi, per Luca Brignone non c'è stato nulla da fare

Avevano programmato una vacanza a Tenerife da tempo e finalmente erano riusciti a partire per trascorrervi 10 giorni: Luca Brignone e Alessia Ghibaudo, coppia di fidanzati cuneesi di 25 e 23 anni, erano arrivati sull’isola spagnola sabato pomeriggio, ma la vacanza da sogno si è trasformata in incubo alle 15 di lunedì pomeriggio.

Luca Brignone morto a Tenerife, l’onda anomala a pochi metri dalla riva

Il giovane era a pochi passi dalla riva quando è stato travolto da un’onda anomala che lo ha risucchiato in mare, con lui c’era a che la fidanzata Alessia, 23 anni, che però è riuscita a restare a galla ed è stata soccorsa dai bagnini per poi essere affidata, in stato di choc, alle cure dei sanitari che l’hanno trasportata in ospedale.

Il racconto della fidanzata: “Soccorsi arrivati troppo tardi”

“Quando è arrivata quell'onda enorme, mi sono girata e non lo trovavo più. Ho iniziato a urlare ‘Luca, Luca’, non lo vedevo. Poi altri me l’hanno indicato, era stato trascinato verso l’oceano. Era in mezzo a due onde, in una specie di risucchio. Andava su e giù, scendeva e saliva di continuo’ racconta Alessia Ghibaudo, 23 anni, la fidanzata di Luca Brignone, il venticinquenne di Cuneo morto alle Canarie: “sarei andata da lui, ma mi hanno sempre trattenuta a riva. E nessuno faceva niente. I soccorsi sono arrivati troppo tardi. Fossero arrivati cinque minuti prima, Luca si poteva salvare”.

Disposta autopsia

Il corpo di Luca è stato restituito dall’acqua solo ieri pomeriggio, nel frattempo i genitori di Luca, Alfio Bignone, la mamma Monica e la sorella maggiore Laura, hanno raggiunto la fidanzata sul posto. La salma del giovane sarà sottoposta ad esame autoptico, al termine del quale inizierà la procedura per il rimpatrio in Italia.

Il 25enne viveva a Madonna delle Grazie, in provincia di Cuneo con i genitori e la sorella, si era diplomato presso un istituto tecnico professionale e aveva iniziato da tempo a lavorare come impiegato nella “Perano” di Peveragno, azienda che produce carpenterie metalliche.