Torino, due detenute morte in 24 ore: una si impicca, per l'altra ipotesi "sciopero della fame", ma Nordio smentisce
Una donna di 43 anni, detenuta nel carcere di Vallette a Torino, avrebbe rifiutato dal 22 luglio acqua, cibo e medicine, lasciandosi morire di fame per protesta perché voleva vedere la figlia di 4 anni. Sulla vicenda è intervenuto anche il garante per i detenuti che ha affermato di non essere stato messo a conoscenza della situazione. Un'altra donna italiana si è invece impiccata in cella
Una donna nigeriana di 43 anni, Susan John detenuta nel carcere di Vallette a Torino, è morta, sembrerebbe, dopo settimane di sciopero della fame. La 43enne avrebbe iniziato a rifiutare cibo, acqua e medicine dallo scorso 22 luglio ed era reclusa in un settore speciale del carcere femminile, riservato a detenute con problemi psichiatrici e disturbi del comportamento. La reazione della donna e il rifiuto di acqua e cibo sarebbero stati un atteggiamento di protesta rispetto al fatto che avrebbe voluto vedere la figlia di 4 anni, ma è una versione che il ministro Carlo Nordio, in visita all'istituto penitenziario ha spedito indietro: "Ho saputo che non si è trattato di sciopero della fame".
Torino, due detenute morte in 24 ore: una si impicca, per l'altra ipotesi "sciopero della fame"
Le parole di Nordio arrivano dopo l'allarme del decesso in poco meno di 24 ore di due detenute nel carcere le Vallette, a Torino. “La possibilità di intervenire per salvare i detenuti in sciopero della fame è una situazione non del tutto chiara” ha detto l’avvocato Gianluca Vitale, uno dei legali del processo agli anarchici delle Fai-Fri che, a Torino, vedeva imputato Alfredo Cospito.
“La Corte europea per i diritti dell’Uomo - spiega - afferma che l’alimentazione forzata, se il detenuto ha dichiarato espressamente di non volerla, potrebbe addirittura essere considerata un trattamento inumano e degradante. Credo che sia giusto: così come esiste la libertà di cura, esiste anche la libertà di non curarsi. Però c’è anche chi sostiene che sia praticabile nella forma del trattamento sanitario obbligatorio, per quanto solo in presenza di patologie di natura psichiatrica”.
L’intervento del garante per i detenuti
Sul caso è intervenuto anche il garante per i detenuti che ha detto di non essere stato informato delle condizioni della donna.
“Sono rammaricata, ma dal carcere non ci sono mai giunte segnalazioni relative al caso di questa persona – ha detto Monica Cristina Gallo, garante comunale per i diritti dei detenuti a Torino - I nostri contatti sono regolari - ha affermato - eppure nessuno ci aveva informato. Probabilmente non sarebbe cambiato nulla. Però, almeno, avremmo potuto attivare le nostre procedure e tentare qualcosa. Provo rammarico - ha concluso Gallo - perché le informazioni, in chiave preventiva, andrebbero scambiate. Credo che sia il minimo. Si tratta di salvare delle vite”.
Poche ore dopo suicidio di un'altra detenuta
Poche ore dopo la morte di Susan John, un'altra detenuta ha perso la vita dopo essersi impiccata in cella, sempre nel carcere le Vallette di Torino. Si tratta di un'italiana di 42 anni, trasferita a fine luglio da Genova, si chiamava Azzurra Campari. Sul caso indaga la polizia penitenziaria.