Leonarda Aula, raggirata nobile anziana a Roma: "Ci siamo baciati e lo voglio sposare", e le ruba 5 mln di euro

La nobildonna, classe 1940, aveva lasciato tutto il suo patrimonio e il suo cognome ad Antonio Spoto, di 40 anni più giovane, che ha finto di amarla unicamente per rubarle l'eredità: è stato però scoperto e denunciato

Sedotta prima, abbondonata e truffata dopo: è quello che è accaduto ad un'anziana nobile di oltre 80 anni, che prima di morire aveva ingenuamente lasciato tutto il suo patrimonio milionario e persino il suo cognome ad un uomo con meno della metà dei suoi anni, ma che mirava soltanto ad ottenere tutte le sue ricchezze.

Leonarda Aula, raggirata nobile anziana a Roma: "Ci siamo baciati e lo voglio sposare", e le ruba 5 mln di euro

Leonarda Aula, questo era il nome dell'anziana nobildonna classe 1940, è stata sedotta e derubata di tutto il suo patrimonio da Antonio Spoto, che di anni ne ha invece circa quaranta. Poche settimane prima di morire, la nobile romana milionaria, vedova e senza figli, aveva parlato dell’uomo a un amico e gli aveva confidato di amarlo: “Ci siamo baciati, lo voglio sposare”, avrebbe dichiarato. Quello del toyboy però era tutto un piano realizzato per fregarsi la ricca eredità della signora, facendole infatti credere di volersi legare sentimentalmente a lei, mirando anche al suo illustre cognome per acquisire lo status di nobile. L’obiettivo della "missione" di Spoto era quello di impossessarsi dei conti correnti da milioni di euro dell'anziana, assicurazioni a cinque zeri, cassette di sicurezza piene di gioielli e ville extra lusso in Sicilia: un bottino che superava i 5 milioni di euro. Il piano dell’uomo era anche riuscito ad andare a segno, ma solo fino a un certo punto, perchè nel testamento della nobildonna, Spoto è stato indicato erede universale e destinatario del cognome: tuttavia contro di lui si è però scagliato il cugino dell’ultraottantenne, Diego Prina Ricotti, che ha presentato denuncia tramite l'avvocato penalista Luigi Annunziata. A seguito della segnalazione, è stata aperta un’indagine dalla procura di Roma per circonvenzione d’incapace, che è culminata nel sequestro preventivo e nel congelamento dei beni ottenuti dal truffatore da parte dell'Antimafia, mandando così all'aria tutta la sua "missione".