Chi è Luca Ruffino, morto suicida a Milano, fondatore Sif Italia, ex-segretario Udc e presidente Visibilia Editore
L'imprenditore si avvicinò anche ad Alleanza Nazionale e mantenne stretti legami con esponenti del centrodestra italiano, soprattutto con Fratelli d'Italia
La città di Milano è sconvolta dalla notizia della morte di Luca Giuseppe Reale Ruffino, noto imprenditore e figura di spicco nel mondo della politica locale. Ruffino, 60 anni compiuti lo scorso 24 luglio, è stato trovato senza vita nella sua abitazione di via Spadolini da uno dei suoi due figli nella notte tra il 5 e il 6 agosto 2023. Ruffino si sarebbe infatti ucciso sparandosi un colpo di pistola e le autorità hanno indicato che vicino al corpo è stato ritrovato un biglietto rivolto ai familiari.
La vita di Luca Giuseppe Reale Ruffino è stata ricca di vicissitudini che hanno segnato profondamente il suo percorso e l'hanno visto coinvolto con alcuni personaggi della scena politica. Nato a Lecco, ma da tempo domiciliato a Milano, Ruffino era presidente di Sif Italia, una delle più grandi agenzie di amministrazione di condominio quotata in Borsa. Oltre alla carriera professionale, Ruffino era anche padre di due figli, Mirko e Andrea, con i quali trascorreva le sue vacanze in Sardegna. Qualche amico stretto lo ricorda come un uomo generoso, che negli anni si era dato anche alla beneficenza.
Chi è Luca Ruffino, morto suicida a Milano: la società di Santanché, la politica e le indagini con La Russa e Osnato
Un'altra passione fu invece la politica, passione che gli ha permesso di fare conoscenza di persone come la ministra Santanché, dalla quale comprò le quote della Visibilia Editore, diventandone poi presidente.
Negli anni passati, ha anche partecipato attivamente nel panorama politico, candidandosi nel 2000 per le elezioni regionali in Lombardia come esponente dell'Udc, anche se non riuscì a portarsi a casa la vittoria. Qualche tempo dopo, diventò segretario milanese del partito, ma fu commissariato per aver sostenuto Guido Podestà del Pdl nelle elezioni provinciali.
L'imprenditore si avvicinò anche ad Alleanza Nazionale e mantenne stretti legami con esponenti del centrodestra italiano, soprattutto con Fratelli d'Italia. La sua vicinanza a Romano La Russa e Marco Osnato, non passò inosservata. Nel 2012, Ruffino si ritrovò coinvolto in un'inchiesta giudiziaria insieme a La Russa e Osnato riguardo alle gare di appalto di Aler per aver finanziato 10 mila euro per la stampa di manifesti e materiale elettorale per le campagne di entrambi. Fu assolto definitivamente da ogni accusa dalla Corte di Cassazione nel 2018, ma l'esperienza lo segnò profondamente tanto da definirla un "incubo" e un "tritacarne mediatico".
Durante il corso degli anni, ha comunque mantenuto buoni rapporti con Fratelli d'Italia, tanto da essere incolpato di "melonismo" per via del caso Santanché. Alcuni infatti l'hanno accusato di coinvolgimento politico nel momento in cui divenne presidente di Visibilia Editore, sospettando un "giro d'affari sporco" con la stessa Meloni con lo scopo di "coprire le tracce" della ministra.