Chiavari, Mahmoud ucciso e fatto a pezzi perché voleva lasciare la barberia: “i killer avevano paura che rubasse la clientela”
Il 18enne egiziano avrebbe voluto cambiare posto di lavoro per guadagnare di più e affermarsi come barbiere, per aiutare i genitori in Egitto, un'aspirazione che però non piaceva ai suoi attuali titolari i quali temevano che il giovane potesse portargli via la clientela
Ucciso, fatto a pezzi, trasportato in una valigia e poi abbandonato alla foce del fiume Entella a Chiavari. Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, 27enne conosciuto come Tito, e Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Bob, di 26 anni, rispettivamente titolare e socio di “Aly Barbershop” di via Merano a Sestri Ponente, hanno confessato l’omicidio di Mahmoud Abdalla, barbiere 18enne egiziano, il cui cadavere mutilato è stato trovato nelle acque di Santa Margherita, mentre gli arti sono stati rinvenuti sulla spiaggia di Chiavari.
Chiavari, Mahmud ucciso e fatto a pezzi perché voleva lasciare lavoro: i killer confessano l’omicidio
I due uomini, messi sotto torchio dagli investigatori, hanno confessato di averlo ucciso perché il 18enne era intento a cambiare posto di lavoro e passare in una barberia concorrente gestita da un marocchino. La vittima aveva anche postato su Instagram un video in compagnia di quello che sarebbe stato il suo nuovo titolare, immagini che hanno scatenato l’ira del suo datore di lavoro che non ha accettato il tradimento.
Mahmoud lamentava paghe molto basse e avrebbe voluto guadagnare di più per aiutare la sua famiglia in Egitto, motivo per cui aveva cercato un altro lavoro più redditizio.
Interrogatorio durato 7 ore
Dopo 7 ore di interrogatorio è venuta fuori la verità: “avevamo paura che portasse via i nostri clienti” hanno ammesso i due egiziani alla pm Daniela Pischetola.
I due sono indagati per omicidio aggravato in concorso e distruzione di cadavere: la scelta di mutilare il corpo e abbandonarlo in acqua, era finalizzata a disperdere le tracce quanto più possibile e a renderlo irriconoscibile; i killer però sono stati traditi dalle correnti di scirocco che hanno riportato le mani a riva.
Il 18enne viveva da tempo nel retrobottega dell’attività, in cui era cresciuto e si era formato come barbiere, conquistandosi la fiducia e la stima dei clienti. Lì aveva confessato ad altri dipendenti di voler cambiare lavoro perché avrebbe guadagnato di più e si sarebbe affermato tra i barbieri egiziani presenti nella zona. Progetti che ai due titolari non sono piaciuti e che si sono presto rivelati fatali per Mahmoud che è stato prima ucciso a coltellate e poi trasportato in un trolley fino in spiaggia dove è stato smembrato e infine abbandonato in mare.