Caso Elkann, il comunicato sindacale INTEGRALE del CDR de La Repubblica: "Grave danno di reputazione, prendiamo distanze"

I giornalisti de La Repubblica pubblicano una nota sindacale nella quale si dissociano dall'articolo sui "lanzichenecchi" di Alain Elkann e attaccano l'autoritarismo antisindacale della direzione

Dopo una settimana di tira e molla tra la direzione de La Repubblica ed il Cdr, i giornalisti della testata pubblicano una nota nella quale non solo si scagliano contro l'articolo sui "lanzichenecchi" di Alain Elkann, padre dell'editore dello stesso giornale, ma anche contro Molinari, senza citarlo direttamente, chiedendo rispetto per i propri rappresentanti "democraticamente eletti".

Nota sindacale dei giornalisti de La Repubblica contro la redazione e l'articolo di Alain Elkann

Una telenovela che sembra non avere fine, quella di uno dei più venduti giornali italiani, La Repubblica, da una settimana esposto al fuoco incrociato di critici, concorrenti, sponsor, lettori e, non da ultimo, dei suoi stessi giornalisti. A scatenare il pandemonio sulla testata di via Nervesa, un articolo, ormai sentito nominare da tutti, a firma Alain Elkann, padre dell'editore John Elkann, su un viaggio in treno da lui sostenuto tra Roma e Foggia. Poche ore in una carrozza, in prima classe, circondato da giovani, questa la prova sostenuta da Elkann, da lui poi trascritta in righe considerate da molti, moltissimi, imbevute di un classismo tanto profondo da essere stato per anni dimenticato nel dibattito pubblico nazionale. 

Sin da subito il Cdr del giornale aveva preso le distanze dal pezzo, chiedendo al direttore Molinari di pubblicare una propria nota in cui, pubblicamente, se ne dissociava. Dalla direzione, però, era arrivata una risposta sconfortante. Parafrasando: "Credo anche io che abbiate ragione a dissociarvi, ma non pubblico la vostra lettera". Passa qualche giorno  ed il Cdr torna alla carica con un comunicato sindacale, non censurabile, nel quale non solo si denuncia l'articolo di Elkann, "inopportuno nei toni e nel merito", ma anche l'atteggiamento autoritario nei confronti del sindacato da parte della direzione del giornale (di sinistra): "L'assemblea pretende inoltre un pieno ripristino delle relazioni sindacali con la direzione del quotidiano né è disposta a tollerare nuove mancanze di rispetto nei confronti della propria rappresentanza democraticamente eletta".

di seguito, il testo integrale della nota sindacale

L'assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica prende distanze dai contenuti inopportuni nei toni e nel merito - e che gravi danni di reputazione hanno causato alla nostra testata - pubblicati nell'edizione di lunedì a firma di Alain Elkann, padre del nostro editore.

Già questo particolare rappresenta di per sé una commistione editoriale, ma anche le argomentazioni riportate non rispecchiano in alcun modo la sensibilità di chi questo giornale lo fa uscire tutti i giorni. Lunedì con nostra sorpresa la direzione aveva rifiutato la pubblicazione di una nota del Cdr al riguardo sul quotidiano, seppur dicendo di condividere il nostro stato d'animo.

Ma insistiamo nel voler mettere nero su bianco, questa volta ai sensi dell'articolo 34 del contratto nazionale di lavoro, la nostra piena dissociazione rivolgendoci direttamente alle lettrici e ai lettori di Repubblica, come noi siamo rimasti in grandissima parte esterrefatti da quanto hanno letto.

Anche perché il nuovo piano editoriale votato da questa assemblea nei mesi scorsi, frutto del lavoro congiunto tra Cdr e direzione, contempla una linea coerente con i valori fondativi di Repubblica, che qui ricordiamo: «un massimo d'impegno civile» e «un massimo di professionalità e di indipendenza».

L'assemblea pretende inoltre un pieno ripristino delle relazioni sindacali con la direzione del quotidiano né è disposta a tollerare nuove mancanze di rispetto nei confronti della propria rappresentanza democraticamente eletta.

Chiediamo che la direzione di Repubblica, e di sfondo l'azienda, percorrano una strada che rispecchi il comune sentire della gran parte delle giornaliste e dei giornalisti. E delle lettrici e dei lettori. Ribadiamo quindi che un prodotto collettivo qual è un giornale, per di più con la storia e l'identità di Repubblica, non ha alcun futuro senza l'apporto anche critico di tutta la redazione, e questo non solo per quanto riguarda gli argomenti di natura strettamente sindacale.