Bassetti inciampa su Auschwitz: "La libertà di pensiero non rende liberi", poi cancella il post dopo le proteste
Il virologo pubblica una vignetta con No vax e «negazionisti climatici» mandati al campo di concentramento. Poi (forse) si rende conto della gaffe e ritira il post
Non c’è un vaccino contro la smania di protagonismo, purtroppo. Ma se ci fosse andrebbe regalato a Matteo Bassetti, la virostar genovese che si annoia maledettamente a fare il medico. Ieri il direttore delle Malattie infettive del San Martino ha postato su Facebook un’imbarazzante vignetta contro no vax e “negazionisti climatici”, raffigurati sotto la celeberrima scritta sul cancello di Auschwitz, per l’occasione così riformulata: “La libertà di opinione non rende liberi”. Apologia del nazismo, abuso di mezzi di correzione (delle idee altrui) o semplice cattivo gusto? Dopo varie proteste il post è stato ritirato. Ma come dimenticare che i virologi da copertina si stracciavano le vesti, ai tempi del Covid, quando i nemici del green pass osavano fare paragoni con gli ebrei e le persecuzioni subite dal nazismo? Bassetti invece può farli, evidentemente.
L’immagine contestata era una vignetta che raffigura cinque uomini pelati di spalle, vestiti con la stessa camicia a righe verticali bianche e verdi.
Ognuno, sulla schiena, ha una scritta diversa: “No vax”, “No mask”, “No green pass”, “Negazionista climatico” e “No it alert”. L’ultima scritta si riferisce al gruppo di coloro che contestano il sistema di allerta nazionale della Protezione civile, dietro al quale si nasconderebbe un oscuro disegno di controllo dei cittadini. I cinque deportati sono davanti al famigerato ingresso del campo di concentramento, su cui campeggia la scritta “La libertà di pensiero non rende liberi”, al posto dell’originale “Il lavoro rende liberi”. Non aiuta a chiarire il senso dell’azzardato accostamento la frase aggiunta da Bassetti: “La libertà di pensiero non rende liberi. Questa libertà ha però un denominatore comune. Indovinate qual è?”.
Probabilmente (andiamo per tentativi, come ci insegna la scienza), Bassetti voleva innanzitutto far capire al popolo bue che coloro che oggi non sposano l’allarme sui cambiamenti climatici sono sullo stesso piano di chi ieri combatteva contro il green pass, o non era favorevole a vaccinarsi contro il Covid. Insomma, tutti una manica di decerebrati, uniti da un’idea sbagliata di libertà di pensiero che nel loro caso è semplicemente ignoranza. Non è però del tutto chiaro che cosa c’entri Auschwitz. Gli ebrei che vi furono deportati erano per caso terrapiattisti e negazionisti di qualcosa, secondo il Bassetti? Oppure il campo di concentramento è l’unico posto dove mandare tutti coloro che non credono alle moderne emergenze? L’accostamento con il lager, obiettivamente, è orribile e forse è quello che ha spinto la virostar genovese a cancellare il post. Un post che però, a parte i rischi di antisemitismo, tradisce alla perfezione il fastidio per chiunque osi mettere in discussione la vulgata sanitaria dominante.
A sua discolpa, va detto che l’autore dell’infelice sortita su Facebook è probabilmente sotto stress da mesi, oggetto com’è di minacce e insulti per
le sue posizioni da ultras sì vax. Nei giorni scorsi, Bassetti ha annunciato azioni legali contro i 123 medici che hanno chiesto all’Ordine di sanzionarlo per le critiche rivolte a chi spiegava pro e contro della vaccinazione Covid ai propri pazienti. Per la virostar erano semplicemente “cattivi maestri”. Prima che il post su Auschwitz scomparisse, il comunista Marco Rizzo ha fatto a tempo a condividerlo con questa osservazione: “Questa vignetta, postata da Bassetti, può davvero esser male interpretata. Mi convinco sempre di più sulle ragioni di denuncia del prof Daniele Giovanardi e degli altri medici coraggiosi”.
Il sospetto è che Bassetti, ormai, sia di danno alle sue stesse battaglie.
Fonte: La Verità