Andrea Purgatori, l'autopsia: "Morte causata da un tumore ai polmoni", ipotesi pericardite settica

I risultati completi dell'autopsia arriveranno però soltanto dopo il 6 settembre, mentre intanto la Procura prosegue le indagini. Una pericardite settica potrebbe essere stata la causa dell'aggravarsi delle condizioni di Purgatori

È stato un tumore ai polmoni una delle cause di morte dell'ex giornalista Andrea Purgatori: è questo il resoconto dell'autopsia effettuata all'istituto di medicina legale di Tor Vergata a Roma. A Purgatori tre mesi prima del decesso era stato diagnosticato il male, e la patologia è stata confermata anche dai risultati dell'esaminazione dell'organo in sede autoptica: ciononostante, i risultati completi dell'autopsia saranno disponibili soltanto tra alcune settimane. Gli accertamenti sono finalizzati a capire si possa confermare o escludere l'eventuale presenza di un'infezione: una delle ipotesi avanzate, successive alla denuncia dei familiari, sarebbe quella di una pericardite settica, una delle possibili cause dell'aggravarsi delle condizioni dell'ex-giornalista poco prima della morte.

Domani i funerali a Roma mentre la Procura prosegue le indagini

Si svolgeranno invece domani mattina alle ore 10 a Roma, nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo, i funerali di Andrea Purgatori, mentre invece già oggi alle ore 15, in Campidoglio, sarà aperta la camera ardente. Intanto i PM della Procura di Roma hanno già ascoltato diversi testimoni e continueranno nei prossimi giorni a sentirne altri, per cercare di avere un quadro più completo riguardante gli ultimi giorni di vita dell'ex giornalista: il reato contestato, contro due medici della clinica Pio XI, è di omicidio colposo. La stessa clinica ha però voluto precisare che Purgatori da paziente nella struttura ha soltanto "svolto accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia".

Come si è arrivati all'indagine

Inizialmente la causa della morte di Purgatori era stata diffusa dalla stessa famiglia come una "malattia fulminante improvvisa", senza scendere in ulteriori dettagli. Ciononostante, due giorni dopo il decesso dell'ex giornalista, la Procura di Roma, guidata da Sergio Colaiocco, aprì un'inchiesta per omicidio colposo inizialmente contro ignoti, a seguito di una denuncia presentata dalla stessa famiglia, rappresentata a livello legale dall'avvocato Gianfilippo Cau, che chiedeva di "accertare la correttezza della diagnosi" per verificare che "nelle pesanti terapie a lui prescritte non si fossero verificati errori diagnostici, o fossero state omesse le cure effettivamente necessarie."