Napoli, identificato e denunciato per lesioni aggravate Antonio L., il 36enne che ha schiaffeggiato la fidanzata in via Orazio

L'uomo che ha schiaffeggiato la fidanzata in via Orazio a Napoli è stato identificato grazie al video diventato in questi giorni virali. Dopo iniziali titubanze, poi, la notizia della denuncia per lesioni da parte della ragazza

Aveva scatenato un’ondata di indignazione in tutto il Paese il video, subito virale, che alcuni giorni fa aveva ripreso un uomo prendere a schiaffi in faccia una ragazza in via Orazio, nel quartiere napoletano di Posillipo. Ora, proprio grazie a quel video, i Carabinieri che stavano indagando sul caso sono finalmente riusciti a risalire all’identità dell’assalitore, e ricostruire così le dinamiche di un gesto di rara brutalità.

Identificato l’aggressore della fidanzata a Posillipo, la 28enne l’ha denunciato

L’uomo in questione viene identificato in Antonio L. (non è ancora stato diffuso dagli inquirenti il nominativo completo), di 36 anni. Come già si era sospettato dalle dinamiche dell’aggressione (la ragazza sale in macchina dopo essere aggredita, nel sedile del passeggero, con il suo aguzzino), la vittima è la fidanzata del violento, una 28enne di cui non sono ancora stati condivise ulteriori informazioni.

Secondo alcune indiscrezioni, la ragazza era stata costretta a recarsi in ospedale, ma nonostante questo non aveva inizialmente voluto sporgere denuncia. In queste ore, poi, la buona notizia, la 28enne ha denunciato l’uomo per lesioni aggravate.

A lei, e a tutta la famiglia, si era rivolto poche ore dopo l’accaduto, il deputato napoletano Borrelli, consigliandole caldamente di muoversi proprio in questa direzione. Nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 14 luglio, Borrelli ha poi incontrato di persona i sei ragazzi, tutti tra i 18 ed i 20 anni, che, come si vede nel video, erano intervenuti per aiutare la ragazza, rischiando a loro volta di essere aggrediti.

I sei – Luigi, Ylenia, Federica, Jessica e due Francesco – sono stati pubblicamente elogiati “per non essersi girati dall’altra parte mentre avveniva l’aggressione e, invece di rimanere indifferenti come tanti altri, aver scelto di fare la loro parte chiamando anche i Carabinieri”. I sei, pare, avrebbero già dato la propria disponibilità a testimoniare al processo che seguirà la coraggiosa denuncia della ragazza.