Michelle Causo uccisa con il coltello per tagliare l’hashish, l’ipotesi: “era ancora viva quando il killer uscì di casa”, si cercano complici
E' in corso l'analisi sui cellulari e delle chat di killer e vittima per ricostruire le ultime ore di vita della ragazza, il movente dell'omicidio e il ruolo di qualche possibile fiancheggiatore
Sono ancora tanti i nodi da sciogliere sull’efferato omicidio di Michelle Causo, la 17enne romana trovata cadavere in un sacco riposto in un carrello per la spesa in via Stefano Borgia, nel quartiere Primavalle a nord della Capitale.
Un delitto che ha sconvolto l’intera comunità e al quale ancora oggi si cercano risposte. Michelle è stata uccisa da Oliver D.S., suo coetaneo cingalese, nato e cresciuto a Roma e poi abbandonata come un rifiuto sul ciglio della strada. L’omicidio è avvenuto in casa della madre del ragazzo, in via Giuseppe Dusmet, a pochi passi dal commissariato. La ragazza avrebbe provato anche a difendersi, ma sei coltellate l’hanno tramortita. Nelle ultime ore si sta facendo largo l’ipotesi tra gli inquirenti che la giovane studentessa del Liceo psicopedagogico “Vittorio Gasmann”, fosse ancora viva nel momento in cui il killer è uscito di casa per reperire materiale utile ad occultare il cadavere. Su questo ancora non ci sono certezze.
Michelle Causo, al vaglio della polizia i cellulari del killer e della vittima
L’assassino sarebbe uscito di casa tra le 11.30 e le 14.30: non è chiaro se abbia cercato aiuto per sbarazzarsi del corpo di Michelle. A tal proposito l’analisi sui cellulari e delle chat dei vari social, potrebbe fornire delle risposte e capire se in questa orribile vicenda vi sia il ruolo di qualche fiancheggiatore o se il 17enne abbia fatto tutto da solo, così come l’idea di chiedere a un minimarket del quartiere la disponibilità di un carrello della spesa, con il quale ha trasportato poi il corpo di Michelle in via Stefano Borgia dove è stato abbandonato.
Quello che ancora non è chiaro è anche il movente dell’omicidio. La famiglia della ragazza esclude che sia avvenuto per debiti di droga, perché Michelle lavorava nel tempo libero e nella sua cameretta sono stati trovati dei soldi che la ragazza aveva messo da parte; escluso anche che la vittima e l’assassino avessero una relazione, perché Michelle era fidanzata ed è stato lo stesso fidanzato a scartare questa ipotesi. Probabile invece, che l’assassino abbia tentato un approccio e che abbia reagito male davanti a un rifiuto.
Tutte domande alle quali gli investigatori stanno cercando di rispondere, anche se, pare indubbi che dietro questa triste storia ci sia l’ombra della droga.
Droga e spaccio attorno alla vicenda dell’omicidio
Il 17enne infatti, davanti al Gip, seppur apparso lucido, sarebbe apparso sconvolto e sotto effetto di droghe. A quanto pare aveva legami e contatti con diversi pusher della zona e molto probabilmente era lui stesso a spacciare, considerato che nella sua cameretta era stato allestito un mini laboratorio artigianale per la realizzazione della Purple Drank, la droga liquida allucinogena in voga tra i trapper. L’arma utilizzata per uccidere Michelle infatti, non si esclude sia un coltello a serramanico con lama media, utilizzato per tagliare i panetti di hashish.
La polizia scientifica potrebbe tornare già oggi nell’appartamento di via Dusmet per ulteriori accertamenti da confrontare con le dichiarazioni rese dal 17enne in fase di interrogatorio. Intanto sono in programma due manifestazioni per ricordare Michelle, in attesa dei funerali in programma per mercoledì: ad una delle fiaccolate prenderà parte anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.