Bimba rapita a Firenze, “Sequestro premeditato”, così il super consulente Garofano: al vaglio la pista romena e ipotesi pedofilia
Continuano le indagini per ritrovare Kata, la bambina scomparsa a Firenze: l'ex comandante dei Ris dei Carabinieri avanza l'ipotesi della pista romena, coinvolgendo l'Interpol. Non si esclude la pista di un rapitore di bambini
Firenze - Dopo dieci giorni dalla scomparsa di Mia Kataleya Alvarez Chiclio, la bambina peruviana di 5 anni, gli investigatori stanno prendendo in considerazione una nuova pista che potrebbe condurre in Romania. Le indagini continuano senza escludere alcuna possibilità, ma al momento l'ex hotel Astor in via Maragliano sembra essere stato escluso come luogo di riferimento. L'inserimento del profilo della bambina nei database dell'Interpol è stato effettuato alla luce dell'assenza di controlli doganali nello spazio Schengen, che potrebbe aver agevolato un eventuale tentativo di portare Kata all'estero.
Bimba rapita a Firenze, “Sequestro premeditato”, così il super consulente Garofano: al vaglio la pista romena e ipotesi pedofilia
Il generale Luciano Garofano, consulente dei genitori di Kata ed ex comandante dei Ris dei Carabinieri, ha personalmente ispezionato l'immobile in cui la bambina viveva prima della sua scomparsa. "È impossibile fare delle ipotesi, perché non abbiamo tutti gli elementi. Il sopralluogo serve a capire quali sono state le modalità del sequestro di Kata. Lo abbiamo fatto anche con le informazioni che ci hanno dato i genitori e che sono molto preziose. Sembra abbastanza scontato che la bambina sia stata sequestrata e portata via ma non chiedeteci cosa è successo, se è ancora viva, quale è stato lo scopo, perché nessuno lo può dire e non sarebbe serio fare delle supposizioni su cui non abbiamo elementi. Sicuramente è stato premeditato. I sequestri prevedono una premeditazione, non una decisione d’impeto" ha sottolineato Garofano.
La pista che porta in Romania: i furgoni davanti all'hotel Astor
Al momento, non è stato possibile individuare alcuna traccia di Kata all'interno dell'hotel, il che indica che le ricerche potrebbero concentrarsi altrove. L'attenzione è ora rivolta verso il retro dell'edificio, dove è stata individuata una porta chiusa durante una seconda perquisizione. Questa porta potrebbe rappresentare un'uscita dal complesso in un punto non sorvegliato dalle telecamere, ad eccezione di quelle di una ditta di costruzioni il cui materiale è stato acquisito dagli investigatori.
Le comunità di romeni residenti nella zona, compresi alcuni abusivi che soggiornavano presso l'hotel Astor, sono state oggetto di attenzione da parte delle autorità. Alcuni residenti hanno suggerito che il sabato, giorno della scomparsa, sarebbe stato facile per i rapitori caricare la bambina su un furgone beneficiando del tempo a disposizione. "Qui ogni sabato arrivano furgoni diretti in Romania. I tanti romeni che abitano in zona, compresi gli abusivi che abitavano all’Astor, caricano la merce che vogliono inviare ai familiari. La bambina è sparita proprio di sabato. E la mamma, dalle 15.30 che è tornata, ha aspettato la sera per chiamare i carabinieri. Ci sarebbe stato tutto il tempo per i sequestratori di caricarla su un furgone e portarla via” racconta la titolare di un ristorante che si trova in via Pietro Toselli al Messaggero.
La terribile ipotesi della pedofilia: l'uomo con i palloncini
Luciano Garofano esplora anche l'ipotesi della pedofilia. «Resta tutto quello che ruota attorno al sequestro dei bambini. La cosa che mi sembra chiara, però, è che si sia trattato di un’azione premeditata. Chi ha sequestrato Kata sapeva di poter contare sulla facilità con cui si entrava e usciva da quell’immobile, passando inosservati. Lo studio delle immagini porta via tempo. Per esempio, dalle riprese acquisite finora si vede sull’uscio dell’ingresso, vicino alla bambina, una persona che fa capolino, tentennante. Vanno identificate le persone e raccolte le dichiarazioni sia degli adulti che dei bambini. Solo dopo si possono individuare le piste».
Miguel Angel Alvarez Chiclio Romero, il fratello di 8 anni di Kata, ha fornito una testimonianza significativa riguardo alla scomparsa della bambina. Secondo il suo racconto, un uomo con i palloncini si trovava nel cortile dell'hotel il giorno in cui Kata è scomparsa, aggiungendo un nuovo elemento alle indagini in corso. Chiunque abbia rapito Kataleya ha agito con estrema rapidità, avendo a disposizione un tempo estremamente limitato. La madre invece, Kathryna, sostiene di essere tornata a casa alle 15:30, tuttavia, è emerso uno scontrino che dimostra che ha fatto la spesa proprio a quell'ora.
Questo dettaglio sul momento in cui la madre è tornata a casa potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini.
Il sequestro di Kata in un contesto di lite tra rivali criminali
Secondo il procuratore Luca Tescaroli, la scomparsa della bambina potrebbe essere collegata a fazioni rivali coinvolte in attività criminali organizzate. La madre di Kata ha affermato di sapere chi è coinvolto, facendo riferimento ad uno scontro avvenuto il 28 maggio tra gruppi rivali. Durante l'ispezione dell'edificio, droni e autospurghi sono stati impiegati per cercare indizi, ma purtroppo non è emersa alcuna traccia della bambina. Questo suggerisce che sia viva che morta, Kata non si trovi più nell'hotel, permettendo così di concentrare le ricerche altrove.
Nel frattempo, Manuel M.P., l'uomo che è precipitato dal terzo piano durante l'occupazione dell'ex hotel Astor, ha parlato alle autorità. Ha affermato di essere stato attaccato da un gruppo di peruviani che abitavano al primo piano del palazzo. "Mi volevano ammazzare. Ero nella stanza al terzo piano con la mia fidanzata e sono arrivati per sfondare la porta" dice a La Repubblica. Erano "circa 15, avevano mazze da baseball, bastoni, spranghe di ferro. Io e la mia fidanzata ci siamo messi contro la porta, cercando di non farla crollare". Stando alla sua versione dei fatti, gli aggressori erano "Peruviani che stavano al primo piano del palazzo, cioè sotto i romeni. C’è chi dice ci fossero anche degli ecuadoregni ma non è vero. L’unico sono io. Devono indagarli, ho descritto chi mi ha colpito ai carabinieri. La frattura al braccio me l’ha fatta con una mazza. Mi ha colpito anche in testa”. La vittima racconta però di non conoscere il movente dell’aggressione. "Al primo piano comandava un peruviano. Nel secondo un romeno e una romena. Al terzo nessuno", aggiunge ma sulla scomparsa di Kata afferma di non sapere niente.