Peste suina africana, in Liguria via libera all'abbattimento dei cinghiali: pronte 70 squadre con circa 1000 cacciatori

La giunta Toti ha approvato il piano di depopolamento dei cinghiali presenti in Liguria a causa dell'emergenza peste suina che ha registrato nell'ultimo bollettino 338 nuovi casi di infezione

Arriva il via libera all’abbattimento da parte dei cacciatori, dei cinghiali infetti da peste suina africana.

La fase di depopolamento inizierà probabilmente già da domani, dopo l’approvazione del piano da parte della Giunta Toti su proposta del vice presidente con delega alla Caccia Alessandro Piana.

Ad occuparsene saranno circa 1000 cacciatori suddivisi in 70 squadre ognuna delle quali con 3 cani.

Il problema della peste suina persista da oltre un anno, ma il provvedimento è stato adottato solo adesso. Si potrà iniziare da subito in quei luoghi segnalati dalle associazioni venatorie che hanno indicato gli esemplari idonei all’abbattimento.

Si stima che i cinghiali totali presenti nella zona siano circa 20mila e tra le richieste accettate nel piano approvato dalla Regione, vi è quella dei cacciatori di non smaltire le carcasse a proprie spese e di poter consumare a scopo alimentare i cinghiali non infetti.

Gli animali infetti uccisi potranno essere cremati sul posto o seppelliti.

Oltre 1000 cacciatori per via delle zone impervie

“Noi siamo pronti e se tutto va bene tra un paio di giorni inizieremo muoverci, partendo dalle zone di restrizione 1, che sono prossime alla zona di infezione” ha detto Andrea Campanile, presidente di Federcaccia.

All’operazione hanno aderito circa un migliaio di cacciatori, numero fondamentale considerato anche il territorio piuttosto impervio dell’entroterra ligure.

“In un territorio come quello dell’entroterra ligure non si può immaginare di andare a compiere l’eradicazione con un cacciatore singolo, che invece andrebbe bene in una zona di pianura. Si dovrà lavorare in squadra e con l’ausilio di un massimo di tre cani” ha infatti precisato Campanile.

Su 20mila esemplari presenti nella zona, secondo il bollettino diramato nei giorni scorsi dall’istituto zooprofilattico di Liguria e Piemonte, il numero di cinghiali infetti è salito a 338. Questi si trovano principalmente nelle zone cosiddette “rosse” tra Genova e Savona.

Le squadre si recheranno anche nelle zone non venabili

“Per intensificare le azioni sul territorio – spiega Alessandro Piana – abbiamo incaricato gli Ambiti Territoriali di Caccia con tutti i cacciatori in possesso di porto di fucile, assicurazione e formazione sulla biosicurezza, di organizzare e attuare le attività di depopolamento crescenti sui cinghiali nelle zone di restrizione I ( i comuni a confine con la zona infetta) e zone II (quelli appartenenti alla zona infetta), secondo la normativa vigente e sotto la regia del Commissario Straordinario Caputo. Il tutto tenendo conto della suddivisione del territorio in zone di caccia e della composizione delle squadre vigente nella stagione venatoria 2022/2023. mentre per le aree non venabili saranno disposti specifici accordi con l’autorità regionale competente in caso di necessità, fermo restando che, nelle aree urbane e nelle aree protette, proseguiranno gli interventi del Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale. I capisquadra e gli ATC si impegneranno a calibrare e rendicontare settimanalmente alla Regione l’entità del prelievo quotidiano in base alle indicazioni comunicate delle autorità preposte al controllo faunistico e sanitario. Questo per favorire la massima trasparenza, per poter tempestivamente rispondere alle esigenze sanitarie della peste suina africana e di incolumità pubblica”.