Naufragio sul Lago Maggiore, l’allarme dello 007 italiano: “Ora l’Italia è un bersaglio dell’Iran”
Un ex agente segreto ai vertici dell'intelligence italiana, fa un'analisi sugli ultimi elementi emersi dopo il naufragio sul Lago Maggiore. Se dovesse essere confermata la pista di un'operazione congiunta tra Italia e Israele contro l'Iran, quest'ultima potrebbe bersagliare l'Italia
Se gli elementi emersi finora dovessero confermare la pista dell’Iran, quale “stato canaglia” al centro di una missione tra 007 israeliani e italiani, poi ritrovatisi a festeggiare il compleanno di uno di loro sulla barca affondata nel Lago Maggiore, ci sarebbe il rischio che l’Italia diventi un bersaglio degli iraniani.
È quanto ha dichiarato un ex 007 al Tvs, la tv svizzera per l’Italia.
Alto rischio che l’Italia diventi nemica dell’Iran
“Se è vero che, e ripeto se, dietro a quanto successo sul Lago Maggiore ci fosse una missione congiunta italo-israeliana contro il nemico di sempre di Israele, per impedirgli di acquistare componenti tecniche e le attrezzature per progetti nucleari e militari, allora l’Italia potrebbe diventare un bersaglio dell’Iran” ha detto l’ex alto vertice dell’intelligence italiana, il quale ha aggiunto che “l’Iran non dimentica e presto avrà la sua rivincita”.
L’ex big dell’intelligence, di cui non è stato reso noto il nome per motivi di sicurezza, punta il dito proprio sulla diffusione da parte dei media, dei nomi dei funzionari che erano a bordo della barca affondata: “Adesso l’Iran sa chi è il nemico e con chi prendersela” ha detto.
Sul naufragio sta indagando la procura di Busto Arsizio. Stando a quanto emerso fino ad oggi, a bordo della barca c’erano circa 20 persone, tra cui agenti segreti italiani e del Mossad che festeggiavano la conclusione di una importante operazione avviata tempo prima e coronata da successo legato alle “tecnologie di armamento non convenzionale iraniane”.
Nel naufragio sono morte 4 persone, tra cui la moglie del proprietario della barca e uno 007 israeliano. Al funerale di quest’ultimo era presente anche il capo del Mossad che ha tenuto un elogio funebre.
Italiani in Iran devono stare attenti
Una situazione, a dire dell’ex agente segreto, che merita la massima attenzione: “L’uscita sulla stampa dei nomi degli agenti morti è stata ‘maldestra’ perché ora "la sicurezza di colleghi è messa in grave pericolo. Gli iraniani, se davvero sono coinvolti, come sembra sia il caso, non dimenticano facilmente e la loro memoria è proverbiale all’interno dell’ambiente. Non succederà niente oggi o domani ma presto o tardi, statene certi, otterranno la loro rivincita: l’Italia è il loro bersaglio e con la pubblicazione dei nomi sanno anche con chi prendersela”, ha detto l’ex spia che conclude rivolgendo agli italiani presenti in Iran, l’invito a stare molto attenti.