Impagnatiello, la criminologa Bruzzone: “Quel figlio andava ucciso per continuare nella sua vita dalla single” - ESCLUSIVA
La nota criminologa Roberta Bruzzone spiega a Il Giornale d'Italia come la gravidanza di Giulia abbia rappresentato per Alessandro Impagnatiello un ostacolo da superare, a tal punto da arrivare a uccidere la sua compagna e il loro figlio
Single, auto di lusso, bar fashion e l’arte di sedurre. È questa la vita che piaceva ad Alessandro Impagnatiello, il 30enne reo confesso dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi. E’ questo il parere della psicologa e criminologa forense Roberta Bruzzone, intervistata in esclusiva da Il Giornale d’Italia.
Alessandro Impagnatiello, manipolatore esperto, Bruzzone: “ha usato la sua stessa madre”
Per la criminologa, Sabrina Paulis, mamma di Impagnatiello, è stata manipolata dal figlio: “Lei va con lui a chiedere delle telecamere quando Giulia si stava ancora cercando. Adesso dice che è un mostro dopo che ha scoperto quello che ha fatto, evidentemente in quel momento lui l’ha utilizzata per accreditare l’ipotesi che stesse davvero cercando Giulia ma in realtà stava manipolando anche la madre.
Su un presunto coinvolgimento della madre, la Bruzzone precisa: “Io non credo proprio che la madre fosse consapevole di quanto successo. Che la madre abbia accompagnato il figlio a chiedere delle telecamere, è plausibile perché lo aiutava nelle ricerche. La madre può aver intuito in seguito, ma da lì a sapere cosa abbia fatto ce ne passa. Questa donna non sapeva, è stata anche lei manipolata dal figlio per rendere più credibile l’attività di ricerca”.
Il movente del delitto: un bambino che non doveva nascere. Topicida per provocare l’aborto
Sul movente del delitto la Bruzzone è poi categorica: “Ritengo che il movente di questa vicenda fosse l’eliminazione in primis del bambino. Tra gli effetti collaterali del veleno per topi c’è la possibilità di provocare l’interruzione di gravidanza, emorragie importanti. Il problema principale era soprattutto il bambino, probabilmente lui stava progettando di uccidere madre e figlio o quantomeno di provocare a Giulia una problematica tale da indurre un aborto anche se in stato avanzato di gravidanza”.
Poi la situazione è precipitata, Giulia ha scoperto la doppia vita di Alessandro con l’altra ragazza e voleva interrompere la relazione, dunque non c’era più tempo per l’avvelenamento progressivo: “A quel punto – spiega Roberta Bruzzone - non poteva separare le due dimensioni, ma come ho detto, il principale movente alla base di questo delitto non è Giulia o la fine della storia con Giulia, perché a lui di Giulia importava davvero molto poco e ancor meno del bimbo. Il problema era affrontare il secondo figlio con una madre separata, con tutta una serie di problematiche economiche, personali, di immagine che andavano ad inficiare il tipo di vita che lui voleva fare”.
Quella gravidanza come ostacolo da superare
Per la criminologa, volto noto della tv, Alessandro Impagnatiello è un soggetto che nella gravidanza di Giulia e nella responsabilità genitoriale ha individuato un ostacolo insuperabile: “Questo lo ha spinto prima a progettare avvelenamento e poi omicidio”.
Quanto al gesticolare e alla ipotesi che Impagnatiello sia omosessuale, la Bruzzone sostiene che quel modo di gesticolare sia tipico di chi ama stare al centro dell’attenzione, un esibizionista, insomma: “Il video dimostra quanto lui è in qualche modo concentrato sul mostrare sé stesso e sull’aspetto seduttivo e non su problematiche di natura sessuale”.