Alessia Pifferi, i rilievi della scientifica nella casa dove è morta Diana: "Due valigie con 30 abiti da sera ma il frigo vuoto"

Ascolta in aula, la teste ha riferito che il 20 luglio scorso, quando le forze dell’ordine sono entrate nell’appartamento di Milano, hanno capito che la piccola Diana "era stata sciacquata, perché la testa era umida"

Nuove rivelazioni nel processo a carico di Alessia Pifferi, la madre di Diana, la piccola di 18 mesi morta di stenti a Milano. I rilievi della scientifica hanno evidenziato una situazione tutt'altro che normale all'interno dell'abitazione dove viveva la donna, ora in carcere a San Vittore. Un'abitazione "in particolare senza cibo per bambini e nell’abitazione", con "diversi pannolini usati, sparsi in soggiorno e sul davanzale della finestra". Alla Pifferi è stato additato un "grave ritardo mentale, è come se avesse 7 anni".

Alessia Pifferi, i rilievi della scientifica nella casa dove è morta Diana: "30 abiti da sera ed il frigo vuoto"

È una situazione grottesca quella che si va poco a poco a scoprire. I rilievi sono stati effettuati il 20 luglio scorso e messi a nudo soltanto ieri, 5 giugno in aula dalla dirigente del gabinetto regionale di Polizia scientifica. Il letto di Diana era "senza lenzuola, né cuscino" e la bimba "si vedeva che era stata sciacquata, perché la testa era umida. Nella lavatrice "vi erano dei panni ancora umidi e la bimba venne trovata su un materasso pulito, con indosso soltanto un vestitino giallo".

Quando all'epoca arrivarono le forze dell'ordine, allertate dal 118, "Alessia Pifferi si trovava sul divano, in evidente stato di agitazione". Il 29 maggio scorso la Corte di Assise di Milano aveva rigettato la richiesta della donna presentata dalla sua difesa  di allontanarsi temporaneamente dal carcere per andare sulla tomba della piccola Diana. I giudici avevano motivato la decisione dichiarato che non rientra nella normativa prevista dall’art. 30 dell’ordinamento penitenziario. 

La sorella: "Davanti a noi faceva la mamma"

"Davanti a noi le dava da mangiare tantissimo. Faceva la mamma e se la criticavamo ci diceva che lei sapeva fare la mamma". È il racconto della sorella Viviana, che dopo le testimonianze della polizia, ammette: "Sentire che nel frigo non c'erano alimenti per bambini "fa molto male, perché noi glieli portavamo anche". 

Alessia "è sempre stata un tipo curatissimo nei vestiti, tacchi alti e abiti sempre eleganti. Sentire certe cose sul corpicino di una bambina trovata lì, con i vestiti però nelle valige... Tutto suo, niente della piccola". La speranza di Viviana è che la 37enne si  condanni da sola, capendo quello che ha fatto". Il 27 giugno si torna in aula.