Rosa Bechere, scomparsa a Olbia 6 mesi fa: avviata operazione di ricerca del corpo vicino a una chiesa

La donna è misteriosamente sparita tra il 25 e il 26 novembre. I carabinieri hanno avviato un'ampia operazione di ricerca del corpo della 62enne nelle campagne vicino a una chiesa campestre di Olbia. Due persone sono al centro delle indagini in relazione a questo caso.

Le indagini sulla scomparsa di Rosa Bechere, una pensionata di Olbia sparita nel nel quartiere di San Nicola da quasi sette mesi, sembrano aver subito un'improvvisa accelerazione. I carabinieri hanno avviato un'ampia operazione di ricerca del corpo della donna, concentrandosi sulle campagne vicino alla chiesa campestre di San Vittore, nei dintorni della città gallurese. Le ricerche potrebbero durare giorni in un'area poco frequentata dai cacciatori e con poche proprietà private.

Rosa Bechere: nuovi sviluppi nell'indagine sulla scomparsa a Olbia

Sul posto sono giunti specialisti dei Cacciatori di Sardegna e un'unità specializzata nella ricerca di resti umani con l'ausilio di un cane. Non è noto se i militari abbiano informazioni specifiche. In passato, il corpo della donna è stato cercato anche in mare, senza successo. Attualmente, ci sono due indagati per la scomparsa di Rosa Bechere, Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu, che hanno sempre sostenuto la propria estraneità al caso e la loro innocenza. La coppia è sotto indagine da parte della Procura di Tempio Pausania per scomparsa, possibile omicidio e occultamento del cadavere della donna.
 
Nei mesi scorsi, i due indagati hanno presentato al magistrato una dichiarazione con la loro versione dei fatti contestati. Hanno raccontato di aver sempre aiutato Rosa Bechere in modo disinteressato, soprattutto dopo che la donna, invalida al 100%, è rimasta sola a seguito dell'arresto del suo compagno, attualmente detenuto a Bancali (Sassari) per omicidio. La vita di Bechere, seguita dai servizi sociali, non era facile. Dopo l'arresto del compagno, avvenuto lo scorso marzo per l'omicidio di un vicino di casa, la donna era rimasta da sola nella sua casa in via Petta.
 
Gli indagati per la scomparsa di Rosa hanno affermato di essere in possesso dell'auto della donna perché lei stessa l'aveva affidata loro qualche giorno prima della scomparsa, temendo che venisse danneggiata, dati i difficili rapporti nel quartiere. Va precisato che i fatti si sono svolti in un contesto di grande degrado, in un'area difficile, tra persone ai margini della società. I due indagati avrebbero utilizzato almeno una volta la tessera per il reddito di cittadinanza di cui beneficiava Bechere dopo la sua scomparsa.

Le nuove ipotesi formulate sul caso

Secondo le ipotesi esaminate dagli investigatori da mesi, i due potrebbero aver somministrato dosi massicce di farmaci alla donna per stordirla, per poi impadronirsi dei suoi pochi risparmi e delle carte postali sulle quali veniva accreditato il reddito di cittadinanza. Successivamente, l'avrebbero uccisa e si sarebbero sbarazzati del corpo. Non ci sono certezze, poiché da oltre un anno Rosa Bechere è diventata un'ombra. Svanita nel nulla, senza lasciare traccia. Poco prima della sua scomparsa, la 60enne si era sentita male in circostanze poco chiare ed era stata ricoverata nell'ospedale di Olbia. La scomparsa vera e propria è stata segnalata dalle assistenti sociali che regolarmente visitavano la casa di Rosa: era considerato improbabile che si allontanasse da sola dalla sua abitazione. Ora, forse, la svolta nelle indagini è vicina.