Vaccino Covid, Italia pronta a buttare 15 milioni di dosi, 270 mln di € sprecati. In autunno si riparte con nuovi acquisti e nuova campagna vaccinale

Vaccini Covid vecchi e in scadenza: in autunno pronta nuova campagna vaccinale

15 milioni di dosi di vaccini Covid sono pronte per essere buttate. Si tratta di acquisti fatti in eccesso, considerando la popolazione italiana di circa 58milioni di abitanti, le categorie escluse dalla vaccinazione tra i cui minori al di sotto dei 12 anni e i tanti che non si sono sottoposti per scelta a tutti o a qualche ciclo vaccinale.

Le aziende farmaceutiche, infatti, stanno preparando nuovi vaccini in vista dell'autunno, un copione già visto che si ripeterà il prossimo autunno. 2Abbiamo chiesto all'industria di lavorare su medicinali contro le nuove sottovarianti Omicron del virus, quelle XBB", ha fatto sapere Marco Cavaleri, responsabile dei vaccini dell'Agenzia europea del farmaco. Si tratterebbe infatti di contrastare i tipi di coronavirus che starebbero colpendo la Cina in questi mesi e che si paventa che possano arrivare anche da noi. "Abbiamo chiesto di avere vaccini monovalenti e non più bivalenti - ha detto ancora Cavaleri - questo perché ormai non ha più senso proteggere contro il virus originario, cosiddetto Wuhan. Ormai la popolazione è stata tutta esposta o vaccinata contro quel virus".

Vaccino Covid, Italia pronta a buttare 15 milioni di dosi, l’EMA: “Sono vecchie e stanno per scadere”

Le dosi acquistate in eccesso sono rimaste nei frigoriferi delle Regioni e non vengono più utilizzate: sono dunque da buttare. A spiegarlo è stata proprio l’EMA la quale ha fatto sapere che questi 15 milioni di dosi sono in procinto di scadere. Saranno infatti inutilizzabili alla fine del 2023 e, oltre questo, sarebbero anche “vecchie”, motivo per cui l’EMA invita l’industria farmaceutica alla formulazione di nuovi vaccini che possano essere efficaci contro le sottovarianti XBB.

Vaccino Covid, Italia pronta a buttare 15 milioni di dosi, 270 mln di € sprecati: una dose costa in media 18 euro

Uno spreco enorme di denaro dunque, se consideriamo che secondo diverse fonti, il prezzo di una singola dose oscilla tra le 14 e le 22 euro.

Assumendo dunque la cifra di 18 euro come prezzo medio per una singola dose, buttarne 15milioni vuol dire aver speso inutilmente, anzi sprecato, la bellezza di 270 milioni di euro.

Vaccino Covid, Italia pronta a buttare 15 milioni di dosi, 270 mln di € sprecati: in arrivo nuova campagna vaccinale in autunno

Una cifra di spesa non indifferente che è destinata a crescere se consideriamo che in autunno il paese è pronto per una nuova campagna vaccinale con nuove tipologie di vaccino per il Covid, questa volta “monovalenti”, ossia tutte concentrate in un’unica dose.

Il rischio - come già accennato - è che a ottobre si riparta ancora con una campagna vaccinale contro il Covid, quando il capitolo sembrava archiviato. Peraltro, molti studiosi della comunità scientifica hanno espresso diversi dubbi su tali vaccini, parlando addirittura di rischi associati alla vaccinazione stessa. Si veda l’articolo di oggi di Maurizio Federico: “Maurizio Federico (ISS): "Vaccino Covid, inquietante il picco di mortalità a febbraio 2022, all'apice e in corrispondenza delle somministrazioni delle terze dosi. Inutili le misure di costrizione sociale come Green Pass, Super Green Pass ed obblighi vaccinali".

Vaccino Covid, il nuovo accordo con la Pfizer

A causa soprattutto dello scarso utilizzo dei vaccini negli ultimi tempi, l'Unione europea e la Pfizer hanno siglato un accordo per ridurre le consegne che erano state pattuite nel terzo contratto di acquisto, quello del 2021. Le dosi potranno essere convertite in ordini facoltativi, dietro pagamento di una tariffa.

Si è anche deciso di estendere fino a 4 anni il periodo in cui i Paesi potranno ricevere i vaccini, compresi quelli adattati alle nuove varianti. "Certo, sarebbe un peccato se molte dosi dovessero essere buttate via - ha concluso Cavaleri - questo però fa parte del meccanismo necessario per essere preparati. Bisogna investire per non farsi cogliere di sorpresa dal virus. Se ci fossero i frigoriferi vuoti e avessimo improvvisamente di nuovo bisogno di proteggere la popolazione sarebbe un problema. Meglio un surplus che una carenza".