Paluani, fallisce la storica azienda dei panettoni targata Campedelli: oltre 80 milioni di debiti

Il tribunale di Verona dichiara il fallimento della storica azienda dolciaria Paluani. Tra le criticità, troppi debiti a fronte di una disponibilità economica di poco più di 1 milione di euro

Il tribunale di Verona ha dichiarato il fallimento della Paluani spa, fondata 102 anni fa, nel 1921 e storica produttrice di panettoni, pandori e colombe pasquali.

La decisione è arrivata in seguito all’accumulo di oltre 82 milioni euro di debiti, a fronte della disponibilità dell’azienda di farvi fronte che ammonta a poco più di 1 milione di euro.

Le attività produttive dell’azienda, di proprietà della famiglia Campedelli, già proprietaria della squadra di calcio Chievo, erano state cedute lo scorso anno alla Sperlari per 7,5 milioni di euro al termine di un’asta.

Paluani fallisce, 82 milioni di debiti: dopo la cessione alla Sperlari l’azienda ha tentato di riallinearsi ai mercati

Dopo la cessione alla Sperlari che fa capo a un’altra azienda tedesca, la Paluani 1921 spa ha continuato a produrre per riallinearsi ai mercati, ma con scarsi risultati: il debito accumulato era altissimo.

Il giudice Monica Attanasio del tribunale di Verona, ne ha per dichiarato il fallimento dopo aver revocato l’ammissione alla procedura di concordato preventivo.

Per quanto riguarda la società originaria, ovvero la Paluani Spa, i beni immobili di cui era ancora in possesso sono stati nel frattempo alienati.

Paluani fallisce, 82 milioni di debiti: tribunale dichiara fallimento, scarse possibilità di pagare i creditori

I debiti dell’azienda erano troppi, molti dei quali nei confronti di istituti di credito, tra cui Banca Valsabbina, Banco Bpm, Bper, Caribolzano, Carige, CereaBanca, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Mps, Unicredit. Solo nei confronti di queste banche l’azienda aveva debiti pari a 35,5 milioni di euro.

Tra le motivazioni che hanno portato il tribunale a dichiarare il fallimento dell’azienda, vi è appunto la scarsa possibilità di onorare i debiti nei confronti dei creditori. Inoltre, come riporta Il Sole 24 Ore, gli apporti di finanza da soci o amministratori per circa 1,8 milioni risultavano quasi per intero privi di garanzia.