La ricetta della Sinistra Verde per l'ambiente: aspettare il disastro e chiedere soldi (da bruciare in altro)
Non è vero che gli eventi di questi giorni siano estremi e non ha senso attribuirli ai cambiamenti climatici. La colpa è della inettitudine amministrativa, e dire che le avvisaglie ci sono. Ma conviene, come sempre, lo sfascio totale.
Il maltempo flagellava Pesaro e il sindaco Matteo Ricci con la sua faccia da Pierino prendingiro stava in televisione preda dei demoni carrieristi e vanitosi. Ma diremmo che a questo punto il sogno recondito, sostituire la Elly cromatica alla segreteria del PD sia finito nel fango insieme al resto. La gente non lo vuol più vedere, memore di quando, sempre in televisione, si divertiva a minacciare e insolentire i “novax”. Dicono adesso i pesaresi: se invece di fare il bullo avessi curato la manutezione... anche in Emilia Romagna la musica è questa, il governatore Bonaccini è grottesco nelle sue spiegazioni, la vice che gli ha fatto le scarpe, la Elly, aveva la delega alla manutenzione territoriale e invece si occupava di cambiare continuamente sponsor per prendersi il partito e di pagare una che le spiega cosa mettersi nel continuo trasformismo di potere. Tredici morti, tredicimila sfollati, trentaquattromila senza elettricità, milioni di animali morti, migliaia di imprese distrutte: il podestà Bonaccini annuncia miliardi di danni e chiede lo stato di emergenza. E il PD pretende addirittura sia fatto commissario straordinario. Ma certo, così si fa: non si muove paglia, si aspettano le catastrofi e poi si chiedono i fondi che non si sa dove vanno a finire: la sola Emilia Romagna poteva disporre di 55 milioni di provenienza statale ma nessuno li ha visti, nessuno li ha utilizzati e coi 200 per le casse di espansione dei fiumi ne hanno costruite la metà di quelle previste. In compenso vaneggiavano di “rigenerazione resiliente per un territorio inclusivo a km zero”.
Poi dicono che ci vuole più stato, come se lo stato fosse il Dio immanente, provvidenziale, della Giustizia redistributiva e manutentiva. Ma uno, galleggiando nella melma, era incazzato: “La colpa di tutto qui è della Sinistra, dei Verdi. Altro che eventi estremi”. La Sinistra sedicente ecologista, quella che ha imposto agli italiani un imbonitore con una famiglia di truffatori, proibisce qualsiasi intervento privato e di quello pubblico non si occupa, se uno va col trattore a liberare il greto del fiume dalle sterpaglie gli spedisce subito la multa di rappresaglia. I tecnici più seri lo dicono senza ambiguità: non è questione di eventi anomali, qui non siamo ai Monsoni tropicali, un grafico ha dimostrato che siamo lontanissimi dall'intensità di picco che si ebbe, vedi caso, nel 1972. Nubifragi e alluvioni si susseguono da sempre, anche a distanza ravvicinata: nel 1966, lo ricorda Franco Battaglia, mentre l'Arno straripa a Firenze l'Adige esonda e Venezia è sommersa dall'acqua alta. Non si parli di meteo alieno ma di fellonia amministrativa! Ha detto, esasperato, Massimiliano Fazzini che dirige la Squadra rischio climatico della società italiana di geologia ambientale: non si può dire sempre no a tutto. Ma questa è precisamente l'unica politica adottata dalla sinistra Verde e terroristica e subito i climatologi di servizio, che sono come i virologi, corrono in soccorso della narrazione e si avventurano in improbabili letture catastrofiche. Tra l'altro muovendo torto a loro stessi, perché chi se non loro avrebbe dovuto prevederli? Ma questi non sono scienziati, sono funzionari di partito come nell'Unione Sovietica e le nullità da teleintrattenimento non sono meglio.
Da settanta anni si ripete ad ogni rovescio che occorre intervenire, ma è la storia dei ponti come il Morandi che tutti sapevano pericolante finché non è crollato. Dove vivo, in un borgo marinaro minuscolo, la mia memoria risale fino a 58 anni fa: ad ogni temporale di modesta intensità tutto istantaneamente si allaga, sottopassi inagibili, frane di fango giù dai versanti collinari, e ogni volta si ripete che è l'ultima, che bisogna intervenire: le giunte si succedono e la cura del territorio non se la assume nessuno. Mancano ovunque gli stagnini, i giardinieri, anni fa a Milano c'erano 25 volte meno addetti che a Parigi, più si ciancia di tutela del territorio e più lo si abbandona a se stesso, più si predica di ambiente e più ce ne si fotte. Dare la colpa al clima è come darla al Padreterno, serve a dirottare responsabilità pesanti, definitive, ma non è una opzione seria, ha del magico, del truffaldino. Non siamo tecnici, non siamo esperti ma un paio di cose le sappiamo. La prima è che il Genio Civile funzionava egregiamente e lo hanno eliminato per lasciare posto ad enti interregionali che consegnavano tutto il potere, decisionale e organizzativo, in capo ai governatori, alla politica amministrativa più preoccupata delle dinamiche di partito che delle necessità comunitarie. L'altra è che l'ecologismo fatalista è in chiara contraddizione: porta in processione le sue Greta, lascia guinzaglio lungo ai balordi che servono come provocazione a prato basso, ma poi riempie di divieti, di adempimenti burocratici, di obblighi astrusi e impraticabili qualsivoglia operazione strutturale. Spesso per assorbimento degli euroburocrati farabutti. A questa sinistra conviene insistere sulla menzogna globale dei cambiamenti climatici provocati dall'uomo capitalista e il peggio è che la destra demenziale gli va dietro: due ministri, entrambi imbarazzanti, il Pichetto Fratin delle politiche ambientali e il Musumeci della protezione civile sono riusciti a parlare di eventi insostenibili, di mutamenti non più tollerabili: un atteggiamento tra il deresponsabile e l'opportunistico, comunque cretino che fa impallidire quello dei parassiti sabotatori del traffico e dei monumenti. Ci stanno dentro tutti, insomma, con un cinismo che rasenta l'immondo. Perché l'assalto alla diligenza della transizione ambientale fa comodo a tutti e perché la dittatura woke non c'è più destra che osi sfidarla. Ma ragioniamo un attimo. Io cittadino di Cesena, dopo avere avuto la vita cancellata, mi sento dire dai precisi responsabili che la colpa è dei cambiamenti climatici, ossia mia perché sono un produttore, uno che inquina e non ho abbastanza sensibilità ambientale; in più mi devo predisporre a pagare nuove patrimoniali su quello che resta della mia casa così come vuole la segretaria Schlein che ha priorità stilistiche e così liquida la faccenda: “Oggi non è tempo di polemiche però la destra fa schifo perché ci fa perdere i miliardi del pnrr”. Come a dire che non tutti i disastri vengono per nuocere. E che nessuno si azzardi a dare una mano, il disastro deve risplendere, più si vede e più soldi arrivano, qualcuno ha visto uno solo degli apostoli del clima, gretini, attivisti, tendine, migranti? Dove cazzo stavano? Ci vuole più buona volontà a votare gente così che a credere nella santona Gisella.