Giro d'Italia, torna il Covid o quello che è diventato e le mascherine: torna la psicosi e non ne usciremo mai

Basta un tampone, non necessario, alla maglia rosa Evenepoel per scatenare l'inferno: lui indotto a lasciare la gara, le mascherine addosso a tutti. L'esperimento sociale è riuscito e irreversibile, la logica e la stessa scienza degradate ad astrologia, ad approccio magico.

Quello che i raziocinanti temevano e gli invasati auspicavano è realtà: la scienza degradata a magia, il princìpio di precauzione involuto in oroscopo o puntata al totalizzatore. Al Giro d'Italia la maglia rosa Evenepoel fa un tampone, non richiesto e scopre di essere positivo al Covid o a quello che è diventato: apriti cielo, il baraccone si blocca, tutti entrano nel panico, il campione indotto a ritirarsi, le mascherine che tornano in faccia a chiunque, corridori, tifosi, gente alla finestra, telecronisti. Un tuffo indietro di due anni, fino all'incubo, alla nave dei folli di Bosch, tutti che cantavano senza sapere perché. Perfino la OMS del filocinese Gebrejesus si è costretta a sancire la fine della pandemia ma il richiamo del sortilegio è più forte, l'esperimento sociale è riuscito e irreversibile, la capacità di ragionare, di ricondurre a giusta proporzione una qualunque situazione è compromessa. La lettura che ne dà l'Ansa va di suo oltre il grottesco: “la motivazione è esclusivamente sanitaria”. No, la motivazione tutto è che meno che sanitaria, è psicotica, è nevrotica. La faccenda non si limita alla psicosi del contagio, diventa paradigmatica di ogni accadimento possibile. Non si è mai sprecata tanta retorica sulla scienza oggettiva e indiscutibile, sulla matematica che regola in modo pitagorico i processi di apprendimento delle macchine, gli algoritmi, l'intelligenza artificiale, e non si è mai ricorsi in modo così inverecondo all'antintelligenza scaramantica. Virologi, meteorologi, inventori di app inutili si consumano nelle loro previsioni, simili a profezie, le sbagliano puntualmente e ricominciano. Con un corollario: siccome non ne azzeccano una che è una, occorre la lingua di legno di un propaganda sempre più sbracata e vergognosa per tenere su un sistema senza alcun fondamento di credibilità.

Lo abbiamo visto quanto a vaccini e a metologie di regime basate sulla reclusione generale e sulle scemenze tecnologiche senza le quali “ti contagi, muori, fai morire”; l'intervista del dottor Stramezzi di ieri su “la Verità” era illuminante in una tenebra di malafede e di superstizione sanitaria. Ma a passare per santone, se non per farabutto, è proprio Stramezzi come già i Montagnier, i de Donno: dite che, alla prova dei fatti, avevano ragione loro? E noi cancelliamo i fatti e mandiamo i parassiti della televisione a infangarli anche dopo morti. C'è un opportuno ribaltamento dei ruoli: chi aveva capito pazzo o delinquente, chi sbagliava, magari sapendo di sbagliare, lungimirante e saggio. Come ha scritto Aldo Grasso: grazie a tutti dal generale Figliuolo ai medici e dannazione perpetua ai novax, con ciò intendendo non solo o non tanto gli invasati dei complotti ma chiunque nutrisse dubbi quanto a tachipirina, vigile attesa e lockdown “che non servono ma gliene diamo di più”, come si scrivevano i burocrati a capo delle istituzioni coinvolte, Aifa, Iss, Ministero. Non è un caso che la comunicazione truffaldina abbia introdotto da qualche anno una variabile impalpabile ma che si può maneggiare all'occorrenza, quella della percezione: la pandemia percepita, la temperatura percepita.

Quanti sono i morti ufficialmente di Covid, più realisticamente, più onestamente per terapie sbagliate e somministrazioni avventate? Forse sette, ma diciamo che sono venti milioni percepiti. Non la finisce più di piovere? Scriviamo che c'è la siccità piovosa, la siccità percepita e che Greta, la squilibrata milionaria che “vede la CO2 sui palazzi”, aveva ragione sempre e comunque. Quattro, cinque trilioni l'anno per combattere questa CO2 che è il composto che nutre le piante, dunque la vita, somme spropositate per cancellare la vita, ma basta percepire, basta l'approccio esoterico, fatalistico e pazienza se vero spreco sta qui, somme bruciate sull'altare dell'affarismo demente che potrebbero cancellare dieci volte la fame nel mondo e invece, a conti fatti, la implementano anche nell'Europa industrializzata. Anche del nucleare si percepiva la pericolosità, si percepivano le scorie, poi è diventato conveniente, per questioni contingenti, e allora si è scoperta la percezione del vantaggio “basato sulla scienza”. Ma chi sapeva di scienza e di nucleare queste cose le diceva anche prima. Nel frattempo, mezzo secolo sprecato a comprare energia atomica dalla Francia ed altra, tradizionale, da vari dittatori.

L'ONU ha sbagliato clamorosamente le valutazioni in termini di riscaldamento globale, la comunità scientifica ha sbagliato quelle di intervento sul Covid, le democrazie negative invertono il concetto stesso di democrazia, non più ciò che puoi fare liberamente senza nuocere agli altri ma ciò che ti resta da fare tenuto conto che organismi statali e sovranazionali regolano, cambiano ogni singolo aspetto della tua vita e lo fanno col ricatto e con la forza. E c'è ancora chi dice che c'è troppo liberismo, che ci vuole più stato, come se non fossero gli stati dirigisti ad avere introdotto, ciascuno per il suo, il controllo globale fondato sulla reclusione globale. Ha senso gridare al regime e poi invocare più regime, ha senso sognare stati totalitari in nome della libertà? Ma sì, è tutta percezione, dicono gli scemi e quelli in malafede, repressione per repressione tanto ne vale una aperta, dichiarata. E questo dovrebbe consolarci? Non solo non hanno più senso le parole, non ce l'hanno più neppure i numeri e i riscontri fattuali, la logica da Aristotele a Godel spedita allegramente a puttane si parli di clima, di salute, di scienza politica, di cucina, un premio Nobel ci insegna a cucinare la pasta senza bollire l'acqua, lo fa per pura idiozia ideologica ma gli danno retta. Perfino sul pretino ligure Fazio la grancassa del regime morente si è scatenata, lui e la Littizzetto paragonati agli ebrei della diaspora, della deportazione, e sono andati in un network privato a prendere un milione di euro in più all'anno grazie ai buoni uffizi dell'impresario Caschetto che sulla 9 dovrà gestire i due clan rivali, Fazio e Travaglio, che controlla entrambi. La vera questione sta qui ma se ne disinteressano tutti, c'è altro da percepire. Siamo in balia di forze sciamaniche, del tutto avulse dalla logica del buon senso e forse l'unica cosa che resta da fare è assumere uno gnostico. Il Giro d'Italia è operazione sportiva, mediatica e perfino culturale o almeno di costume a suo modo enorme, il giro di affari è enorme, l'impatto sui gusti del pubblico resta forte, il lascito della tradizione resta potente, ma viene gestito nel modo più irrazionale e più demenziale. Dal Giro d'Italia al Giro della Follia: che c'è di diverso dallo squilibrato o dalla vecchietta che brancola con la mascherina addosso e se gliene chiedi il motivo ti risponde, “non lo so ma non si sa mai”?