Festa scudetto Napoli, morto Vincenzo Costanzo. Chi è il 26enne rappresentante del clan dei D'Amico ucciso

Vincenzo Costanzo, il 26enne ucciso da sette colpi di pistola durante la festa per lo scudetto del Napoli, era un noto rappresentante del clan camorristico D'Amico nel quartiere Ponticelli

Durante le celebrazioni a Napoli per la vittoria del terzo scudetto, un ragazzo muore raggiunto da sette colpi di pistola. Nelle ore successive vengono alla luce i motivi di questa morte, inizialmente imputata ad una fatalità, e si scopre che il giovane Vincenzo Costanzo non è una persona qualunque, ma un importante rappresentante della famiglia D’Amico, uno dei principali clan di camorra dell’area.

Muore un giovane durante i festeggiamenti dello scudetto, ma le celebrazioni non centrano

Nella notte tra il 4 ed il 5 maggio, Napoli è un tripudio di fuochi d’artificio, bandiere azzurre e urla di gioia. La città celebra con un rito laico e collettivo l’attesa conquista del terzo scudetto. Nello stesso momento, tuttavia, in piazzetta Volturno, nei pressi del centralissimo corso Garibaldi, un giovane viene raggiunto da sette colpi di pistola. Il ragazzo viene subito portato all’ospedale Cardarelli, ma per lui non c’è più nulla da fare. Quella che sembrava essere stata una casuale tragedia, proiettili sparati per festeggiare le gioie sportive che hanno accidentalmente raggiunto un corpo vivo, con il passare delle ore ha assunto in maniera sempre più dettagliata i contorni della premeditazione. I contorni neri del regolamento di conti camorrista. In tarda mattina è il Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, a fare luce sulla morte del ventiseienne Vincenzo Costanzo: “È assolutamente slegata rispetto ai festeggiamenti”.

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Chi era Vincenzo Costanzo, rappresentante del clan D’Amico a Ponticelli

Nel giro di poche ore le indagini dei Carabinieri su quello che sembrava essere un banale, e atroce, incidente, svelano la trama dell’identità Vincenzo Costanzo. L’identità di un ragazzo diverso dagli altri, perché il padre è diverso dagli altri padri. Il ventiseienne è infatti figlio di Maurizio Costanzo, uno degli esponenti di primo piano del clan camorristico D’Amico. Lo stesso Vincenzo, seppur giovane, stava scalando la gerarchia del clan con feroce determinazione. Dopo i maxi arresti del biennio 2015-2016, infatti, l’allora neo diciottenne era riuscito a ritagliarsi un ruolo di leadership nella paranza dei giovanissimi, potendo vantare il fatto di essere uno dei pochi parenti della famiglia D’Amico ancora a piede libero dopo i blitz di polizia e carabinieri. Con il passare degli anni era cresciuto anche il suo prestigio in quel mondo parallelo, tanto che oggi era considerato il reggente del nome del clan D’Amico nel rione Conocal, nel quartiere napoletano Ponticelli.

Proprio questa “carica” potrebbe essergli costata la vita. Il gruppo del rione Conocal, che il giovane Costanzo guidava, infatti, pare stesse negli ultimi mesi aumentando la propria influenza nelle zone vicine, entrando in netto e plateale contrasto con altre realtà camorristiche del ponticellese. Oltre a ciò, si era da poco stretta un’alleanza con membri del clan rivale De Micco, molto contestata da esponenti degli stessi D’Amico.

Dopo il decesso, diversi esponenti dei D’Amico si sono recati al Cardarelli - da dove era appena stata dimessa anche la fidanzata di Costanzo con una prognosi di dieci giorni a causa di un proiettile che le aveva raggiunto la caviglia – dove hanno sfasciato il Pronto Soccorso e minacciato alcuni operatori sanitari.