Marcello Viola confermato Procuratore di Milano. Il Tar boccia i ricorsi di Romanelli e Amato e conferma la nomina

Il Tar del Lazio ha bocciato i ricorsi di Maurizio Romanelli e Giuseppe Amato, confermando la nomina di Marcello Viola al vertice della Procura di Milano: "Esaminati tutti gli aspetti dei rispettivi curricula"

Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi di Maurizio Romanelli e Giuseppe Amato contro la nomina di Marcello Viola al vertice della Procura di Milano. La sentenza conferma la precedente decisione del Csm sottolineando l'alto profilo di Viola e la grande esperienza maturata nelle Procure di Trapani e Firenze.

Respinti i ricorsi di Romanelli e Amato alla nomina di Viola alla guida della Procura di Milano

Sono stati respinti i ricorsi presentati dal Procuratore facente funzioni di Lodi Maurizio Romanelli e del Procuratore Capo di Bologna Giuseppe Amato contro la nomina di Marcello Viola al vertice della Procura di Milano. A deciderlo, il Tar del Lazio, sezione prima, che ha quindi confermato Viola alla guida della Procura del capoluogo lombardo. Amato e Romanelli, candidati con Viola alla prestigiosa carica, avevano fatto ricorso, chiedendo che fosse annullato il provvedimento di nomina di quest’ultimo del 7 aprile 2022. I giudici amministrativi hanno ritenuto infondati i due ricorsi, sottolineando la discrezionalità del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) nel conferimento, in seduta plenaria, della carica. Viene sottolineata anche la stima ed il rispetto del Csm per le due figure uscite sconfitte dalla decisione, ma non vengono fatti passi indietro sul riconoscimento dell’alto profilo di Viola.

La sentenza del Tar laziale recita: “Il Csm non ha attribuito la preferenza in via automatica al candidato che aveva svolto funzioni direttive rispetto a quello che aveva svolto funzioni solo semi direttive, ma ha invece esaminato tutti gli aspetti salienti dei rispettivi curricula”.

A giocare a favore di Viola l’esperienza presso le Procure di Trapani e Firenze

Il comunicato continua evidenziando come l’ex Procuratore di Trapani, ed ora ufficialmente di Milano, Viola: “Si sia misurato con una realtà giudiziaria assai complessa, essendo il territorio trapanese storicamente interessato da una rilevante e radicata presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso e nell'esercizio dell'attività direttiva ha ottenuto ottimi risultati in termini di efficienza e produttività”.

Oltre all’esperienza trapanese, il Tar conclude le motivazioni della sentenza citando il periodo alla guida della Procura fiorentina di Viola: “un’esperienza di primaria importanza nel panorama nazionale, si caratterizza per una struttura organizzativa significativamente complessa in considerazione del numero degli uffici circondariali che ad essa fanno capo (procure di Firenze, Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Siena); inoltre, Viola ha personalmente assolto complessi compiti afferenti all'attività di vigilanza e di controllo, oltre al ruolo di coordinatore dei gruppi di lavoro specializzati, non solo in tema di questioni attinenti al giudicato e di affari in materia internazionale, ma anche di misure di prevenzione”.