Gip di Latina arrestata, Giorgia Castriota in manette. Relazione di convenienza con il collaboratore Ferraro in cambio di favori
Il gip di Latina è stata arrestata per irregolari conferimenti di incarichi relativi alla gestione di beni confiscati. Emerge una relazione con il collaboratore da lei nominato, fatta di reciproco scambio di favori
La gip del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, è stata arrestata con i collaboratori Ferraro e Vitto su mandato del Tribunale di Perugia. Le accuse riguardano, in particolare, irregolari conferimenti di incarichi di collaborazione nell'ambito di procedure per la gestione di beni confiscati. Dalle indagini emergerebbe anche una tormentata relazione di convenienza tra Castriota e Ferraro, fatta di scambi di favori e regali atti a mantenere uno status di vita "superiore alle proprie capacità economiche".
Arrestata la gip di Latina e tre collaboratori
Arrestata la gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota. La donna, si legge nell’accusa, avrebbe ricevuto “sistematicamente” un rolex da 6000 euro, gioielli, un abbonamento in tribuna d’onore per le partite della Roma (4300 euro di valore), denaro, e da ultimo, l’utilità dell’affitto di un appartamento a Roma, nonostante vivesse l’incarico a Latina. Secondo la Procura di Perugia, le tangenti sarebbero seguite ad irregolari conferimenti di incarichi di collaborazione riguardanti procedure di amministrazione di beni sequestrati. Oltre a lei, sono coinvolti nelle indagini anche due collaboratori: Silvano Ferraro e Stefania Vitto.
"Una donna che viveva al di sopra delle proprie possibilità economiche"
Giorgia Castriota, 45 anni, si trova ora in carcere. Stessa sorte per Ferraro, mentre Vitto è ai domiciliari. Diverse le accuse contestate ai tre: corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità. L’ordinanza d’arresto, firmata da Natalia Giubilei, recita: “Castriota è una donna che ha bisogno di soldi, non perché il suo stipendio sia basso ma perché si ostina a vivere al di sopra delle sue possibilità economiche. In questo ambito, ha pensato di sfruttare il proprio ruolo per lucrare sulle nomine del compagno e di amici da quali poi farsi remunerare come atto dovuto".
La relazione di convenienza con Ferraro, a cui Castriota aveva dato l'incarico
Oltre al tenore di vita, infatti, viene contestata alla donna la relazione atta a mantenerlo, tale tenore. Castriota per sei anni avrebbe avuto con Ferraro, di 22 anni più anziano, una relazione di convenienza per poter mantenere i propri, costosi, sfizi. La relazione con l’uomo, che la giudice aveva nominato coadiutore di società in amministrazione giudiziaria, le avrebbe permesso di ottenere in questi anni una somma fissa in contanti e regali. Eppure le cose tra i due non sembravanao, sul lato sentimentale, andare bene. “Il problema è mio che non riesco a mandarlo a quel paese”, si sarebbe sfogata una volta il gip con un’amica.